I cinque “fondamentali” del vino, più uno

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Ci sono dei “fondamentali” nel vino. Nel farlo e nel berlo. Lo dice Matt Kramer sulle sue pagine blog dentro a Wine Spectator. Che ci siano delle linee guida costanti nel tempo e nello spazio è assolutamente vero. Io ci credo. Credo che ci siano e che, come dice lui, esistano a prescindere dal fatto che nel tempo cambi quella che chiama la “coreografia” degli stili vinicoli, “da dolce a secco, da leggero a muscoloso, da monovitigno a blend”. Senza il rispetto di questi “fondamentali”, ogni vino – dice lui – finirebbe per essere “meno preciso, meno ben definito e, in definitiva meno convincente e seducente”.
Per quel che conta, poi, sono assolutamente d’accordo, magari con un paio di distinguo, sui cinque “fondamentali” indicati da lui.
Li riprendo da Matt Kramer (e cerco di sintetizzare tra parentesi che cosa significhino).
Eccoli.
Primo. L’espressione di un luogo è il massimo impegno cui è chiamato un vino (e non importa se il riferimento è al territorio o al più ampio concetto di terroir).
Secondo. Un vino dev’essere pulito (com’è possibile che un vino assolva al suo compito fondamentale, ossia esprimere un luogo, se l’espressione stessa del luogo è oscurata dalla presenza di difetti?) .
Terzo. L’ideale è una sfera (insomma, occorre cercare l’armonia tra le diverse componenti di un vino).
Quarto. Originalità, non repliche (e credo non ci sia bisogno di commentare).
Quinto. Greatness Can Come from Places Not Previously Recognized as Great, La grandezza può arrivare da luoghi che prima non sono stati riconosciuti come grandi (e qui ci vuole un applauso).
Sin qui i “fondamentali” di Matt Kramer.
Io li condivido, in toto. Ma ho un paio di puntualizzazioni, o di integrazioni, se vogliamo chiamarle così.
La prima è relativa all’idea di finezza. Io credo nella finezza di un vino. Però potrebbe essere una sorta di mediazione fra il concetto di pulizia e quello di armonia.
La seconda osservazione, che per me è essenziale, è quella relativa alla componente umana. Per me il primo “fondamentale” espresso da Kramer, quello di “luogo”, è sempre da leggere sotto un profilo umanistico: un luogo abitato da persone, che di quel luogo offrono un’interpretazione personale attraverso il loro vino.


1 comment

  1. Wineandshop

    “L’espressione di un luogo è il massimo impegno cui è chiamato un vino”, verissimo come ogni vino richiami alla propria territorialità.
    Un saluto a tutti gli appassionati di vino da parte di Wine and Shop.

    http://www.wineandshop.it
    info.wineandshop@gmail.com

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