Ci vuole il contesto

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La vita del vino è – o comunque dovrebbe essere – la vita della tavola. Il punto chiave è quello che conoscete già: l’ambientazione è cruciale, il contesto è tutto. Senza il cibo (e gli amici e il ridere) il vino è un’esperienza mono-dimensionale.

La traduzione è mia, l’originale del paragrafo qui sopra è invece di Matt Kramer, editorialista di Wine Spectator. Un punto di vista in cui mi riconosco, in cui anzi mi vorrei poter riconoscere sempre di più, sempre più spesso, in più frequenti occasioni. Il vino è fatto per la convivialità e per la tavola. L’errore è stato ed è toglierlo da questo suo contesto, che è una specie di habitat naturale.

Togliendolo dalla dimensione della tavola e della convivialità, il vino è come un animale nello zoo, un reperto nella teca di un museo. Poi non stupiamoci se si beve sempre meno.