Ci vorrebbe un altro Armando Testa

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C’è stato un periodo – e ancora la cosa continua – che se dicevi “chiamami Peroni” l’interlocutore replicava “sarò la tua birra”. Era quel che sussurrava la bionda per antonomasia del telespettatori italiani degli anni Settanta, Solvi Stubing (è scomparsa agli inizi di luglio di quest’anno), in un Carosello ideato da Armando Testa.

“La pancia non c’è più” era quel che canticchiava contento Mimmo Craig risvegliandosi dai suoi incubi, che avevano come sottofondo il Mattino di Grieg. Era la pubblicità dell’Olio Sasso in un Carosello ideato da Armando Testa.

E le avventure di Cabellero e della sua amata Carmencita ve le ricordate? Era il Carosello del Cafè Paulista, ideato da Armando Testa.

Che se poi il caffè non bastava per “ammazzare” una cena luculliana, si poteva dare ascolto a Nicola Arigliano che consigliava il Digestivo Antonetto. Il Carosello era quello ideato da Armando Testa.

Vabbé, lasciamo stare il Carosello. Un aperitivo? Adesso è tornato di moda il vermut. Potremmo pensare a un Punt e Mes, per esempio. Il logo è inconfondibile, un punto rosso, sferico, e sotto un mezzo punto. Ah, è un’idea di Armando Testa.

Ce n’è di suggestioni legate al cibo e alla gastronomia che hanno a che fare con l’estro di Armando Testa, uno dei più grandi creativi della pubblicità italiana.

Logico che mi sia fiondato al Mart di Rovereto sapendo che c’è in corso, fino al 15 ottobre, la mostra “Tutti gli ‘ismi’ di Armando Testa”, curata da Gianfranco Maraniello con Gemma De Angelis Testa. Volevo vedere raccolte un bel po’ di opere di questo genio, che ha percorso vari “universi visivi” (virgoletto perché l’ho letto nel materiale dell’esposizione), mica solo nel mondo pubblicitario. Non sapevo, tra l’altro, che quest’anno ricorresse il centenario della sua nascita (nacque a Torino nel 1917, è morto nel ’92).

Perché gli “ismi” del titolo della mostra? Oh, lo dice lui in una vecchia videointervista nella quale ricorda che, dopo aver perso un cliente per una sua proposta troppo azzardata, in agenzia si disse: “Il Testa qualche volta ha delle cose azzeccate negli ‘ismi’, chiamiamoli ‘ismi’ tutti i modernismi”.

Solo che sono stati modernismi spesso di successo enorme. Gli extraterrestri a forma di sfera del pianeta Papalla, realizzati per la Philco, erano all’avanguardia di sicuro, ma hanno funzionato. E che dire del pupazzone azzurro dell’ippopotamo Pippo protagonista delle réclame della Lines? Appartengono alla cultura nazional-popolare italiana, non c’è dubbio.

Se avete tempo, fateci un salto a vedere la mostra allestita al Mart di Rovereto. E, a proposito, proprio all’ingresso ci sono due manifesti che hanno a che vedere con certe bollicine piemontesi che oggi non tirano più come una volta. Quelle dell’Asti. Be’, i poster della Riccadonna e della Gancia, disegnati da Armando Testa, erano bellissimi.

Ci vorrebbe un altro Armando Testa, oggi, per il wine and food italiano.

Il Mart di Rovereto (non c’è solo la rassegna dedicata a Testa da vedere, sappiatelo, e dunque organizzatevi per una giornata intiera) è aperto dal martedì alla domenica con orario dalle 10 alle 18, tranne il venerdì, quando l’apertura si protrae sino alle 21.