Questo è un vino della beata, oziosa quiete

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L’ozio è un sentimento contrastante. Un vizio, per alcuni, e infatti la prima definizione che ne dà il dizionario Oxford Languages, disponibile su Google, è questa: “abituale e viziosa inerzia, per lo più dovuta a neghittosità, infingardaggine, scarso senso del dovere”. Per altri, invece, si tratta di una virtù, e dunque non deve affatto stupire che il medesimo dizionario ne dia questa seconda e più fascinosa definizione: “periodo di quiete e di riposo, suggerito dall’opportunità di interrompere le abituali fatiche“.

Talora, le seppur rare parentesi che dedico all’ozio rigenerante – un’ora, una mezza giornata, purtroppo quasi mai un giorno intero – vengono scandite da un calice – uno solo, o un paio al massimo, non di più – di un vino spumante, che sia capace di assecondare il provvisorio, benefico languore del corpo e della mente. Deve, questo vino, darmi una pace sussurrata. Non voglio strepiti, in quei frangenti, nel mio bicchiere, e dunque rifuggo dalle bolle taglienti e dagli zuccheri, dall’irruenza muscolare e dall’enfasi aromatica, che pure altre volte apprezzo. Trovo che sia perfetto, in quei momenti, un metodo classico che viene dalla Sicilia agrigentina, ed è fatto con l’uva grillo. È l’extra brut che produce l’azienda agricola del Baglio del Cristo di Campobello, che sta a Campobello di Licata ed è proprietà della famiglia Bonetta.

Ne ho bevuti di recente due calici da una ottiglia del millesimo 2020 e confermo: questo è il mio vino della pace interiore, e della gioia, che mi godo per l’attimo in cui si manifesta. Ne traggo rassicurazione, e mi tonifico per il ritorno alle incombenze del mondo.

Sicilia Grillo Spumante Extra Brut Cristo di Campobello 2020 Baglio del Cristo di Campobello
(94/100)