Quand’è che riconoscono il cru di Lantignié?

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I trecento ettari di vigne di gamay intorno al panoramicissimo villaggio di Lantignié (ottocento abitanti e parecchie villette molto curate) ambiscono a diventare l’undicesimo cru del Beaujolais. Non so a che punto sia la pratica del riconoscimento. Spero in dirittura d’arrivo. Sono convinto, infatti, che i vigneron locali abbiano pieno diritto a rivendicare l’identità autonoma dei loro vini, elevandoli dal rango attuale di Beaujolais Villages.

A ovest di Régnié e di Morgon, Lantignié dona dei rossi che hanno, insieme, l’infinita bevibilità e la serietà terragna, la ciliegia nerissima che scrocchia sotto ai denti e sprizza un succo gustoso, il ricordo di torba e di grafite, il fiore aperto al sole dell’estate, la tensione elettrica del temporale agostano, il sale, la freschezza. Il mio consiglio è di mettervi – subito, adesso! – a cercare i Beaujolais Villages dei domaine che hanno vigne e cantina a Lantignié. Berrete benissimo e sarete dei pionieri di un cru che, pur piccolino, credo possa essere destinato a lasciare il segno.

Di certo non possono passare inosservate la grazia e l’espressività di questo Charme des Bruyères, il Beaujolais Villages del Domaine Chassagne, archetipo perfetto del cru in divenire (l’azienda ha casa proprio a Lantignié). È un vino quintessenza del terroir, dimostrazione pienamente appagante (e dunque del tutto convincente) di quant’ho detto qui sopra. Buonissimo.

Beaujolais Villages Charme des Bruyères 2020 Domaine Chassagne
(94/100)

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