ProWein e Vinitaly, quel che dicono i numeri

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L’idea me l’ha fornita Massimilano Perbellini commentando su Facebook i dati che avevo riportato per il ProWein 2019, ossia 6.900 espositori e 61.500 visitatori. “Dai dati citati – ha osservato e domandato – a ProWein 2019 ci sono stati all’incirca 9 visitatori per ogni espositore: Vinitaly mediamente che rapporto ha tra visitatori e espositori?”

Interessante quesito. Così sono andato a vedere i numeri di Vinitaly 2018, che riporto qui: 4.380 espositori, 128.000 visitatori, 32.242 operatori esteri. Il che significa in media 29 visitatori per ciascun espositore. Molti di più del ProWein.

Si obietterà che troppi dei visitatori del Vinitaly sono “non graditi”, perché “non operatori”. Ok, l’obiezione ci può stare: inutile nasconderselo, tra i 128 mila della fiera veronese ci sono anche tantissimi appassionati (e qualche po’ di sbevazzatori, ammettiamolo). Però in quei 128 mila che entrano a Vinitaly ci sono anche un bel po’ di operatori italiani “veri”, oltre agli operatori esteri, che sono tutti “veri”, e dunque il numero di contatti medi potenziali del Vinitaly è comunque superiore a quello del ProWein. Anche prendendo solo il numero degli operatori esteri accreditati, al salone veronese si arriva a una media di poco sopra a 7 per ciascun espositore, un dato non lontano da quello tedesco, dando per scontato (e non è vero) che i visitatori del ProWein siano tutti “esteri” (ci sono anche parecchi italiani, e dunque i numeri germanici andrebbero depurati da questa componente; ah, e comunque a fine giornata anche nei padiglioni tedeschi c’era chi si reggeva con molta fatica sulle gambe: dove c’è alcol può capitare).

Nel continuo dibattito su Vinitaly e ProWein non avevo mai provato a fare i conti con la calcolatrice. Be’, i conti dicono questo, e magari allora forse è il caso di vedere il Vinitaly sotto una luce un po’ diversa, quando si parla di occasioni di business offerte dall’una e dall’altra fiera.

Piuttosto, non è il caso, da parte delle aziende, di incominciare sul serio a preparare la partecipazione al Vinitaly tenendo conto che non è più “solo” una fiera per il pubblico italiano?

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