Prosecco rosé, a che punto siamo?

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Se si è trattato di un’operazione di marketing (e di indagine di mercato) è stata una mossa astuta quella di buttar lì una frase e di vedere come vanno le cose. La frase è quella detta dal presidente del Consorzio di tutela del Prosecco, Stefano Zanette, e raccolta dal Corriere Vinicolo, a proposito di una “nuova” versione rosé delle bollicine doc nordestine. Se n’è scatenata una discreta bagarre soprattutto sul web. Dunque, il “sentiment” è stato raccolto e il Consorzio ne può trarre le proprie considerazioni.

Si è trattato davvero di una mossa di marketing? Non lo sapremo mai, comunque tanto di cappello. Perché se da un lato si è avuto un “no” secco come quello dei Vignaioli indipendenti trevigiani, che aderiscono alla Fivi, dall’altro sono arrivate proposte che aggiungono valore all’ipotesi, come quella esposta da Michele Antonio Fino sul sito di Slowine: “Perché non prevedere, nel disciplinare modificando – scrive Fino -, che il 10% di vino rosso adatto a produrre il rosé possa essere da uva raboso?”

Come stanno le cose?

Stanno probabilmente al punto di partenza, tant’è che solo la scorsa settimana mi risulta si sia cominciato a parlarne fra gli amministratori del Consorzio della doc.

In ogni caso, direi che è evidente che per i consumatori e per il mondo dei bar e della ristorazione “di massa” l’idea dell’esistenza del “Prosecco rosé” è già ampiamente acquisita, pur in assenza di una sua definizione normativa. Se fate anche solo un rapido giro su Google inserendo le parole “Prosecco rosé” ne avrete amplissima conferma. Quindi è comprensibile che ci sia chi ritiene necessario proporre un Prosecco rosé “vero”.

D’altro canto, va anche considerato che il nome Prosecco identifica oggi una doc, non più – da un decennio ormai – un vitigno (che infatti ora si chiama glera). Se dunque rappresenta una doc, formalmente nulla osta che se ne modifichino i parametri, ammesso che la filiera sia disponibile.

Il rischio può invece essere quello di una diluzione dell’identità del Prosecco e credo sia questo l’aspetto su cui ci si dovrà focalizzare.