Più vigneto e meno cantina, dell’eleganza e della Poja

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“Il vino deve rappresentare l’eleganza”. La pensa così Franco Allegrini. L’ha detto in una serata di conversazione sul vino che s’è svolta alla cantina di Fausto Maculan, a Breganze.

Penso anch’io che un vino memorabile sia un vino elegante. Che non vuol dire lezioso, anzi. Esistono infatti anche le eleganze terragne, contadine, montanare, rustiche. Ma sono eleganze, comunque mai leziosità. Il rischio mortale corso dal vino italiano a partire dagli anni Novanta è stato quello di lasciar vincere una leziosità fatta di concentrazione e di forzature enologiche, nel nome del “mercato internazionale”. Forse ce ne stiamo lentamente un po’ tirando fuori, ma è durissima, perché tanta parte del mondo che gira intorno al vino s’è formata a quella scuola filo-parkeriana, che è tuttora dominante.

Il fatto è che per fare vini eleganti devi guardare di più alla vigna e al territorio. La vigna devi viverla, devi starci in mezzo, cosa che non hanno capito mai i parvenue del vino. Lo devi fare soprattutto oggi che le cose sono radicalmente cambiate, con questo clima imbizzarrito. “Lo scenario degli ultimi trent’anni dal punto di vista produttivo è cambiato. Il cambiamento climatico ha cambiato i giocatori in campo”, ha osservato Franco Allegrini, e il campo da gioco è quello del vigneto. “Se ti guarda un medico ti dice subito se hai qualche problema, lo stesso vale per noi quando andiamo nel vigneto”. Ecco, più vigneto e un po’ meno cantina.

Torno però al tema dell’eleganza. Per dire che tra i vini che fanno in casa Allegrini, quello che a mio avviso rappresenta al meglio quest’idea è La Poja, un igt fatto con la sola corvina veronese da uno dei più bei vigneti della Valpolicella. Certo, in passato anche La Poja guardò nella direzione della potenza, ma senza perdere l’indole valpolicellese, che oggi a mio avviso è anzi pienamente espressa in un rosso che s’ fatto per davvero elegante assai e insieme anche territoriale. Un rosso che ritengo esemplare di quel che possono dare i cru di Valpolicella al di fuori dell’Amarone.

Così mi è parsa anche l’annata 2012 della Poja, che è ancora giovinetta, ma innervata da una freschezza che slancia un frutto succoso al di sopra della trama tannica, come mi piace che avvenga. Ha bisogno di tempo, certo, ma è di già molto buona.

Corvina Veronese La Poja 2012 Allegrini
(91/100)

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