Grazie mamma

mamma

La festa della mamma sarà anche una ricorrenza commerciale ma alla mia fa piacere se ce ne ricordiamo. Quest’anno me ne sono scordata. Di rientro da un viaggio ho avuto giusto il tempo di svuotare una valigia e di riempirne un’altra, ho sistemato la gatta e son partita verso casa proprio per la mamma, che ha subito un piccolo intervento in ospedale.
Salgo in autostrada, inserisco il cd nel lettore, mi accomodo sul sedile e inizio a meditare sulle situazioni che si sono avvicendate nel corso degli anni, sullo stato di vita attuale, su una marea di cose, insomma. Mi commuovo, mentre penso e canto. Felicità è una parola che uso molto poco ma credo che definisca lo stato d’animo. Sono felice. Finalmente immensamente serena, sono felice. È una parola che uso a tratti, felicità, poiché ritengo che si leghi a singoli momenti e non corrisponda a uno stato duraturo dell’essere. Sono felice perché vado ad abbracciare mamma e babbo e non accade da mesi. Sono felice poiché porto con me la consapevolezza di chi sono io e di chi sono loro, i miei genitori, una donna e un uomo che hanno fondato una famiglia sulla parola “insieme”. Sono felice perché porto alla mia mamma il riscatto che merita. Dopo anni di discussioni e ribellioni che le ho fatto vivere, rabbiosa nei suoi confronti quando la vedevo abbassare la testa anziché alzare la cresta, sorda ai suoi consigli e indifferente alle sue premure, sono qui a dirle: “Grazie mamma, ci sono voluti anni di crescita interiore per riconoscere quando sei grande e quanto sei forte. Ammiro le tue scelte, ti stimo per il modo in cui hai vissuto la tua vita, ti ringrazio per la grinta che hai donato al mio percorso e anche a me, figlia spesso ingrata, spirito indomabile. Ho contribuito alla tua stanchezza ma tu sei andata oltre e oggi siamo qui, insieme, una famiglia unita nell’amore, nella fiducia e nella fede”. Mi sono dimenticata la festa della mamma ma è stata lo stesso una bella festa.