Il Cellaio di don Gennaro e il valore dell’osteria italiana

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Il vecchio cellaio di nonno John sta incastrato nella roccia lungo la ripida salita che da Vico Equense raggiunge i Monti Lattari unendo le tredici frazioni montane, o casali. Il primo è San Vito dove abitano Franca Di Mauro e Giovanni Guida, nipote di quel famoso John.

C’è tanto da raccontare della vita di questa famiglia ed è interessante venire al Cellaio anche per cogliere i tanti ricordi. È una storia di emigrazione quella di John, di quelle andate a buon fine e che spesso abbiamo visto interpretate al cinema.

Questa è stata una terra povera perché piuttosto isolata geograficamente e nei primi anni del ‘900 John sceglie di cercare fortuna in America contribuendo ad infoltire la comunità italiana di Manhattan dove ha lavorato come garzone in un negozio di frutta e verdura. Da lì il passo è stato breve verso l’apertura di una propria frutteria dalla quale ha ricavato lauti guadagni. Come spesso accade, il richiamo delle proprie radici è stato fortissimo ed ha voluto rientrare a Vico Equense, sulla costa di Sorrento, dove ha potuto acquistare il podere nella piccola frazione di San Vito.

Il figlio Giuseppe e anche suo nipote Giovanni prendono altre strade, scelgono quella della medicina e della ginecologia. A loro si deve Villa Maria, dove sono nati più di 3000 bambini.

Giovanni e Franca hanno fortemente desiderato raccogliere questo grande patrimonio di famiglia racchiuso nella vecchia casa, tra foto, mobili d’epoca, grandi bauli da viaggio ed i bellissimi quadri di Asturi che ha frequentato molto la loro splendida casa. Se ne è ragionato tanto all’ombra dei vecchi ulivi che circondano l’abitazione, coraggiosamente arrampicati lungo le ripide terrazze rubate con fatica alla roccia diradano fieri e maestosi verso il mare. Così nel 2008 Franca riesce ad inaugurare la sua osteria proprio nei locali dell’antica cantina dove si faceva il vino pigiando l’uva con i piedi sul palmento al piano più alto. Per caduta poi arrivava proprio nella sala dove oggi sono i tavoli, riempendo le botti di quell’ebbrezza tanto attesa.

La memoria contadina lungo i casali è molto forte e Franca con grande sensibilità vuole raccontarla con ricette recuperate in zona, prodotti ricercati con amore tra casari, contadini e pescatori, perché questa terra sospesa sull’alta costa delle sirene ha una duplice identità, marinara e terragna. Così in carta troviamo sempre del buon pescato fresco, soprattutto pesce azzurro, le zuppe di verdure e di legumi del territorio, fior di latte, ricotta, provolone del monaco dai Monti Lattari. Imperdibile il baccalà fritto con le papaccelle in accompagnamento, la zuppa di ceci e porcini del monte Faito, gli gnocchi fatti al momento e di tradizione da queste parti. Le candele ripiene di genovese e crema di provolone del monaco. La padrona di casa poi ha voluto un menù degustazione dedicato interamente al baccalà per il quale ha una passione sfrenata.

A tavola non manca l’olio extravergine di oliva di propria produzione. Dopo aver gustato la cucina il posto si offre alla passeggiata tra gli olivi dai quali si gode un panorama mozzafiato sulla costa che va dal golfo di Napoli fino a Sorrento.

Non ultimo il fattore umano che contraddistingue il lavoro e l’impegno di questa coppia così innamorata della propria terra, lo si percepisce già dallo sguardo quando si arriva e quando si andrà via sarà l’ingrediente che maggiormente rimarrà fisso nella memoria.

Il Cellaio di Don Gennaro è in via Raffaele Bosco 92 a Vico Equense (Napoli).

www.ilcellaiodidongennaro.it