“L’uva nostra”, così chiamano la catalanesca gli abitanti di Somma Vesuviana, la cittadina ai piedi del Monte Somma, conosciuta per il buon vino e per la cultura del baccalà e dello stoccafisso.
Anche se l’edilizia ha sottratto molto spazio, l’agricoltura mantiene un legame fortissimo con la terra fertile del vulcano – Summa è il primo corpo del massiccio Somma Vesuvio. In via Santo Spirito c’è Cantina Augustea di Vincenzo Nocerino, la sua è una famiglia di vignaioli da diverse generazioni e mantiene viva l’identità vitivinicola di questo areale.
La doc rientra nel territorio del Lacryma Christi del Vesuvio e la Catalanesca è un igt Monte Somma.
Appena sopra il centro abitato si apre uno scenario agreste di grande fascino: gli appezzamenti e le terrazze coltivate disegnano un paesaggio unico e antico. Si alternano piccoli orti di pomodorino del piennolo, i magnifici albicoccheti, il bosco con la sua ricchezza di biodiversità, le colate laviche e i filari di vite dove è ancora molto presente l’uva catalanesca. Si pratica una agricoltura tradizionale, dove il lavoro specializzato dei contadini del territorio è di fondamentale importanza.
La catalanesca è motivo di orgoglio per chi vive a Somma Vesuviana, un regalo frequente verso le persone care perché si pensa possa raccontare tutta l’energia di questa terra antica e la sapienza di chi la lavora. Fuori dal territorio della Campania, fino a pochi anni fa, era quasi sconosciuta essendo la produzione piuttosto limitata. Grazie ad aziende come Tenuta Augustea, che hanno puntato fortemente alla qualità, questo vino conquista sempre più consensi.
Catalunae ha contribuito a riscattarne l’immagine oltre regione, e nel millesimo 2018 si presenta come un vino bianco vesuviano estremamente interessante. Le vigne sono tra le più alte del territorio di produzione, tra i 400 e i 600 metri sul livello del mare. Luminoso e solare, ha trama fitta e scorrevole allo stesso tempo. Incanta già al naso, intenso, elegante, apre con sottili note balsamiche di metuccia, sa di mandarino, di finocchietto selvatico e di liquirizia. L’energia della terra vulcanica si coglie nel sorso ricco e succoso, vivace nella freschezza e nelle note saline sulle quali si sofferma a lungo. Ha temperamento da tempi lunghi, anche lunghissimi.
Ma da dove viene il nome Tenuta Augustea? Dalla meravigliosa Villa Augustea di epoca romana, non distante dall’azienda, della quale è stata riportata alla luce proprio l’antica cantina, grandissima, sontuosa con i suoi affreschi dedicati al culto del vino e al suo dio, Dioniso, del quale è stata ritrovata una statua di straordinaria bellezza e unica nel suo genere. Sicuramente un motivo in più per venire a Somma Vesuviana.
Catalanesca del Monte Somma Catalunae 2018 Tenuta Augustea
Antonio
conosco bene l azienda e l impegno e l’abngazione che lo porta in anno in anno non solo di primeggiare ma di portare questo vitigno a conoscenza tra i grandi vini del nostro territorio in tutto l’Italia e il trampolino ” estero”.