Bucine: la Toscana ancora da scoprire

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Quante piccole realtà ci sono in Italia, da scoprire e da vivere. I voli low cost e le grandi città europee fanno sempre gola, soprattutto ai più giovani che, spesso ignari delle bellezze che ci stanno intorno, preferiscono caricarsi uno zaino sulle spalle e visitare i posti che hanno sempre visto solo sui libri di storia o sulle immagini su internet. Ma il fatto di essere stati a Berlino e non a Roma, a Barcellona e non sulle costiere del Salento, è abbastanza preoccupante. Uscire dall’Italia va bene, vedere come all’estero gestiscono le proprie risorse, per portare turismo e farsi conoscere. Ma solo se poi si torna a casa, per sfruttare tutto quello visto e imparato. Viviamo in un paese che ha estremo bisogno di noi ragazzi, perché vogliamo far conoscere a tutti le meraviglie che solo noi italiani sappiamo.

Sono stata in uno dei borghi più sperduti della Toscana, immerso tra le colline del Chianti, a pochi kilometri da Firenze, da Siena e dal mare. Si chiama Bucine, provincia di Arezzo, e i suoi abitanti hanno deciso di gridare, con un’unica, forte, grande voce. Il territorio è quello della Val D’ambra, speciale per le molteplici piccole realtà che lo caratterizzano. Ce ne sono tanti di posti così nelle nostre regioni, ma io sono stata qui, e quindi voglio raccontare di loro. Di un comune di 10 000 abitanti, di una pro loco di ragazzi giovani e pieni di voglia di fare, di organizzare, di aprire le porte della loro casa ai turisti, a costo di trascinarli lì per poi dire “Hai visto? Te l’avevo detto che ne vale la pena”.

E così alla tradizionale “cena contadina” organizzata dalla pro loco di Ambra, in un’enorme tavolata con le tovaglie a quadratini rossi e bianchi, ho cantato con gli abitanti, che per l’occasione indossavano il classico costume da contadino. Mi sono fatta versare il vino da una pompa che un tempo usavano nelle vigne per il diserbante. Ho ballato “maremma maiala” e, per una sera, mi sono sentita un po’ toscana pure io. Questa ospitalità è preziosa. È forse uno dei più importanti ingredienti per far tornare il turista una seconda volta. Quello che manca però è sempre la comunicazione, trovare il giusto mezzo per farsi conoscere. Nell’era di Internet, il passa parola è passato di moda.

Qui ho vissuto la Toscana vera, quella agricola. Fatta di persone che si rimboccano le maniche e con fierezza propongono prodotti di altissima qualità, buoni da far invidia, mantenendo vivo il concetto di artigianato. Se passate, assaggiate la Tarese, una pancetta presidio Slow Food riportato in vita dal signor Niccolò, macellaio di Bucine. Poi spostatevi da Cinzia che, innamorata dell’apicoltura e degli animali, ha abbandonato la sua scrivania d’ufficio per produrre miele di ogni tipo e allevare capre e maiali. E, per concludere, fate un salto a Villa a Sesta, il Polo Club più grande e importante d’Italia. Fermatevi per assaggiare un calice del loro “Ripaltella” e godetevi il panorama, il cielo e le persone di Bucine.