La Terra Trema, vino etico per un pubblico giovane

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Domenica, presa dall’entusiasmo tipico dell’ultimo giorno della settimana, mi sono avventurata nel nord di Milano, dove il centro sociale forse più famoso d’Italia si è stabilito ormai da anni. Sì,  sto parlando del Leoncavallo, spazio pubblico autogestito fondato nel 1975.

Gli ideali politici hanno mosso le fila di questa realtà fin dalla sua nascita. Ha una storia fitta, a tratti drammatica, ma che racconta di rivoluzione, speranza e collaborazione. E, comunque, mai e poi mai avrei pensato di partecipare ad un evento enogastronomico al suo interno.

In realtà, La Terra Trema è giunto all’undicesima edizione e continua ad attirare un pubblico più che mai trasversale, offrendo occasione di entrare in contatto diretto coi produttori vitivinicoli e agroalimentari provenienti da tutte le regioni italiane.

Dopo aver assaggiato qualche bicchiere di vino, inizio ad intuire che dietro l’evento e la scelta delle aziende presenti c’è qualcosa in più. Effettivamente, tutto appare estremamente estraneo rispetto a realtà come Identità Golose, Vinitaly, Golosaria… Ma, conoscendo la natura del Leoncavallo, c’era da aspettarselo: le aziende per partecipare devono avere requisiti diversi. Parole d’ordine: sostenibilità, etica, biologico, rispetto per il lavoro e per la terra.

Ricorda qualcosa? L’evento infila le radici (e non le molla) nel movimento Terra e Libertà/Critical Wine, fondato da Luigi Veronelli. Il patrimonio culturale che il filosofo e giornalista enogastronomico ha lasciato in eredità è inestimabile. La terra, la biodiversità e la qualità fanno l’Italia e la sua ricchezza. Ma anche gli uomini che se ne prendono cura: ed ecco i produttori che partecipano a La Terra Trema.

Ci tengo a dire che il luogo, ma anche il format, attirano una fascia d’età molto giovane: quelle generazioni che ci si lamenta non riescano ad avvicinarsi al vino, se non per sballarsi il weekend. Chi lo pensa? Un esempio è la produttrice che, durante un evento simile, mi ha ignorata nonostante fossi di fronte il suo piccolo banchetto, porgendole domande, con il calice in mano. Esattamente come tutti gli altri. I giovani sanno essere spocchiosi e arroganti, ma quando ti imbatti in bigottismo e luoghi comuni, che fare? Non resta che insistere (e passare alla cantina successiva). Perchè dobbiamo imparare, anche sbagliando. E, anche per questo, ci vorrebbe un Veronelli ogni dieci anni…

Tralasciando il fattore politico che caratterizza la location, La Terra Trema avvicina noi millennials (ovvero i ragazzi compresi tra i 18 e i 35 anni) all’affascinante mondo enologico. Ci interessa e ci diverte. Ci sensibilizza al consumo di qualità e ci insegna che non dobbiamo guardare questo settore con timido distacco e premura, di fronte quella élite che squadra dall’alto in basso chi non ci è dentro.

E, cari produttori, sappiate che in un articolo de La Stampa di qualche mese fa, i millennials sono stati definiti “i nuovi consumatori” del vino.

Treeeeemateeee, che la terra trema con noi!

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