Prosecco, in due anni 545 falsi in giro per il mondo

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Si fanno i controlli, si fanno. Anche on line. Piantiamola di piangerci addosso pensando che nessuno controlli il rispetto delle denominazioni di origine, per favore, che nessuno pensi alla loro tutela.
Prendiamo il caso, eclatante, del Prosecco, che siccome ha un successo planetario è logico che trovi chi lo scopiazza un po’ ovunque. Ebbene, in due anni la Repressione Frodi ha individuato in giro per il mondo ben 545 irregolarità on line in merito all’uso del nome del Prosecco. Le ha trovate e sanzionate, e sono tante, il che significa che i controlli si fanno e funzionano.
Le violazioni accertate riguardano il cosiddetto “Prosecco on tap” (quello alla spina, che non può esistere), il “Prosecco rosè” (che non è previsto dal disciplinare di produzione, e dunque fuorilegge), il “Prosecco in lattina” (il Prosecco dev’essere venduto in bottiglia) e poi le “evocazioni ed usurpazioni” del nome protetto Prosecco (insomma, bottiglie che avevano in etichetta nomi che ricordavano il Prosecco senza in realtà contenerlo).
Lo dice un report dell’Icqrf, l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi del Prodotti Agroalimentari, diffuso dal Consorzio di tutela del Prosecco.
Più in dettaglio, si viene a sapere che in rete la Repressione Frodi ha trovato 365 siti web irregolari in dodici Stati membri dell’Unione europea, per la precisione Germania, Regno Unito, Polonia , Olanda, Austria, Irlanda, Croazia, Danimarca, Romania, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca. Poi, tra Stati Uniti, Moldavia, Ucraina e Svizzera sono state rintracciate 7 fra ditte e siti web irregolari. Su eBay sono emerse 88 inserzioni irregolari, mentre 13 sono state segnalate su Alibaba e 72 su Amazon.
Allora, ancora convinti che nessuno tuteli le doc italiane, come vedo troppo spesso scrivere in giro per il web e per i social? Perché mi pare invece che ci sia da dare una stretta di mano agli agenti dell’Icqrf per un sacco di lavoro ben fatto.