L’amico ritrovato, la Coulée de Serrant, mio vino icona

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Credo che un po’ tutti, tra gli appassionati e gli addetti ai lavori, abbiano i loro vini icona, quelli che gli si stampano nella mente e li accompagnano lungo il loro percorso di bevitori o di produttori, attraverso le loro vite insomma. Uno dei miei è la Coulée de Serrant. Forse in assoluto è il mio vino icona.

Nome per intero: Savennières Coulée de Serrant Clos de la Coulée de Serrant. Produttore: Nicolas Joly.

Quando ebbi modo di bere, un bel po’ di anni fa, la mia prima bottiglia della Coulée – era un ’93 che ancora ricordo come se l’avessi nel calice in questo stesso momento – ne rimasi folgorato. Ogni successivo assaggio (e ogni successiva bevuta) mi hanno confermato nel mio feeling con questo vino bianco. Ho bevuto la ’62 e la ’79, vini di quando ancora non c’era Nicolas e non si faceva biodinamica, e le ho trovate buonissime. Ho bevuto pressoché tutte le interpretazioni degli anni Ottanta, e le ho trovate una meglio dell’altra. Ho bevuto varie bottiglie degli anni Novanta, oltre alla ’93, e mi hanno sempre convinto. Qualcuno dice che negli ultimi anni la Coulée non è più ai livelli di una volta. La verità è che va avvicinata con pazienza, tanta pazienza, dandole il tempo di aprirsi, ore se necessario, di distendersi come fanno le gatte quando si stiracchiano. Facendo anche attenzione alla temperatura di servizio: vuole appena una leggera frescura, non il freddo. Comunque è sbagliato berla quand’è giovane. Il tempo gioca sempre dalla sua parte. È un vino sui generis, la Coulée, che pretende attenzione, e però la ripaga, con abbondanza.

Questo per dire che quando al ristorante di Antonello Colonna, a Roma, ho visto in carta la Coulée de Serrant del 2008 a 95 euro non ho saputo resistere e l’ho suggerita ai miei commensali: straordinario rapporto qualità-prezzo, oltretutto, per un vino che quando esce costa intorno ai 65-70 euro.

Orbene, era il solito, strepitoso bianco, il classico amico che ritrovi dopo un lungo tempo ed è lui, inconfondibilmente lui. Il vino è arrivato al tavolo a temperatura perfetta, appena appena fresco. Capace nel calice di aprirsi con gradualità e costanza, iniziando dalle vene sulfureo minerali per spiccare poi il volo in progressione verso ricordi avvincenti e aggraziati di fiori e di spezie fini. Secco, secchissimo. Serio, serissimo. Elegante, elegantissimo.

Savennières Coulée de Serrant Clos de la Coulée de Serrant 2008 Nicolas Joly
(96/100)

 

 

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