Il Garganuda che ha vinto il match con la grandine

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Il 19 agosto del 2017 sull’Est Veronese arrivò la grandine. Pesante. Qualche giorno dopo Andrea Fiorini scriveva che erano stati colpiti tutti i grappoli del suo vigneto. Ma nel frattempo mica di era arreso. Anzi.

“Domenica mattina, con rapidità – scriveva su Facebook -, siamo riusciti a riunire una squadra di valorosi lavoratori e abbiamo raccolto subito tutti i grappoli rimasti, soluzione che al momento ci sembrava la più attinente al nostro stile di lavoro e di cura verso la nostra preziosa uva. In pochissimo tempo abbiamo pressato l’uva che oggi è già un mosto in perfetto equilibrio, caratterizzato da grande freschezza e moderato grado zuccherino, pronto a fermentare senza nessuna aggiunta di solforosa. Nonostante il disastro, ma grazie a immediatezza decisionale, abbiamo scongiurato il peggio… cosi anche quest’anno avremo #garganudavulcano; ora lasciamola tranquilla che faccia la sua lunga strada”.

Il Soave della grandinata, il Garganuda 2017, l’ho assaggiato qualche giorno fa, al Soave Versus. Fa dieci gradi e mezzo di alcol appena, ovviamente. Altrettanto ovviamente è acidissimo, ricorda a tratti una spremuta di agrumi. È dunque esile e citrino, però ha un suo equilibrio e anzi va giù che è un piacere. Insomma, è un bianco gradevole, che sta benone nel calice per l’aperitivo e sulla tavola con una cucina leggera. Good job, direbbero gli americani.

Il progetto Garganuda è una bella realtà del territorio soavese. Bello perché va nella direzione della sostenibilità, ambientale e anche economica, e i vini lasciano il segno. Partito nel 2014 in Val d’Alpone con appena tremila metri di vigna e la convinzione di fare vino “naturale”, adesso, con la nuova acquisizione in zona classica, a Brognoligo, il vigneto complessivo di Andrea è salito a 1,8 ettari. Da cinquemila bottiglie passa a quindicimila.

Fiorini è convinto che la chiave di volta siano i suoli e la capacità che ha la garganega di interpretarli. “Secondo me – dice – il Soave ha dei suoli da fuori di testa. Qui si deve parlare di suoli, non genericamente di territorio”. Credo che abbia ragione.

Soave 2017 Garganuda