Era in mezzo ad altri rossi, degustazione alla cieca, non “filologica”: insomma, i vini non avevano niente in comune se non la rispondenza alla filosofia “naturale”. Era in mezzo ad altri rossi, ma il nebbiolo si è fatto sentire. E si è fatto sentire il nebbiolo barolista. Mica si può nascondere, neanche quando assaggi alla cieca.
Colore tra il rubino e il granato chiaro. Fruttino e terra rossa e ruggine al naso, e poi la bocca ritorna, netta, sugli stessi toni, e c’è anche un che di sale. Gran bell’impronta territoriale. Lo premio per la personalità terragna.
Barolo Castellero 2014 Barale Fratelli
(90/100)