Ho bevuto un Bardolino del 1959

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Ho bevuto un Bardolino del 1959. Sapeva di marasca. Non so scherzando, era proprio un Bardolino di cinquantasette anni fa, e si beveva, e bene anche. Ho stappato la bottiglia prima di ferragosto.
Il vino era esile, certo, ma il colore era ancora sostanziamente integro, rubino, e la freschezza ben presente. Dapprima, appena aperto, il frutto faceva parecchia fatica a uscire fuori. Dopo mezz’ora nel bicchiere c’era la ciliegia marasca, con qualche vaga traccia balsamica, perfino. Incredibile. Nel senso che quand’ho comprato la bottiglia – l’ho presa perché il livello del vino era alto e capsula ed etichetta avevano tracce di muffa, il che significava una conservazione in una cantina umida, e dunque ideale – speravo di tirarci fuori qualcosa di ancora accettabile, ma non avrei mai pensato di cavarne invece un vino da berne un bicchiere dopo l’altro.
Che vino era? Un Bardolino Extra della Bertani. Ripeto, vendemmia 1959. La doc del Bardolino sarebbe arrivata nove anni dopo, nel 1968.
Ah, a berlo eravamo in sette, e dunque ho testimoni. Perché altrimento lo so che non mi si crede.
Anche la foto l’ho presa dalla pagina Facebook di uno dei miei commensali, Susy Tezzon, giusto per avere un’ulteriore prova. Meglio abbondare.

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