Forse perché arrivo dal fornaio, di solito in orario di chiusura, non mi era capitato prima di vederla. Unta che sbrilluccica, sdraiata sul bancone, m’invita ad acquistarla. La chiudo nel bagagliaio per non iniziarla. Abito al terzo piano e non uso l’ascensore. Ma la voglia di mangiarla è tanta! Salgo le scale di corsa, di corsa, di corsa, arrivo alla porta e penso: “O chi ce l’ha fregata la decorazione di Natale?“. Guardo il numero e non è quello di casa, riprendo fiato, guardo dalla finestra, insomma, sono arrivata al quarto piano con la schiacciata in mano. E ora son qui che me la rido perché la mia golosità, così anche la curiosità, è gioiosamente e irrimediabilmente irrefrenabile.