Il Magiöa 2007 di Buranco, gioiello delle Cinque Terre

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Il Cinque Terre Magiöa 2007 di Buranco. Scopro questo gioiellino ad una cena evento ai piedi del mio Vesuvio. Lo ha portato Sergio Pappalardo, salernitano, l’enologo dell’azienda Buranco nelle Cinque Terre. Una zona dai paesaggi mozzafiato che a noi campani fa pensare alla costiera amalfitana essendo molto simile nella tortuosa alternanza della montagna alla costa, al mare e ai piccoli borghi.

In territori impervi come questi, l’isolamento geografico nel passato ha determinato povertà ed una emigrazione che ha quasi spopolato alcune aree. Quell’essere rimasti sospesi nel tempo e abitanti di luoghi sì difficili, ma unici e dalla forte identità, oggi concede un cambiamento di tendenza che gioca a favore di chi sa coglierlo. Nel senso che molte tradizioni, usanze, paesaggi, sono rimasti autentici e integri, così come la biodiversità ha mantenuto la sua ricchezza.

A sua volta la vitivinicoltura ha preservato un carattere unico e fortemente identitario, anche se questo settore in particolare ha visto un notevole abbandono delle terre da parte dei vignaioli sfiduciati dalle grandi difficoltà dovute all’asperità del territorio. Le strette terrazze strappate con fatica ai rocciosi crinali e le forti pendenze del suolo rendono particolarmente duro il lavoro manuale. Ma la sensibilità rivolta oggi verso il mondo del vino e nei riguardi di realtà così uniche e coinvolgenti ha acceso l’interesse sull’enologia delle Cinque Terre, incentivando i produttori a reinvestire nel settore.

Sono ancora poche le bottiglie che si incontrano in giro, negli scaffali delle enoteche o nelle carte dei vini dei ristoranti perché ridotta è la produzione. Ho colto quindi con una certa curiosità l’incontro casuale con questo bianco Magiöa dal carattere deciso, fiero della sua singolarità.

Dà il nome alla piccola azienda il rio Buranco che bagna queste terre affascinanti e fortunate. Magiöa è il nome del cru dal quale provengono le uve classiche della doc Cinque Terre. La bosco, presente solo in questo areale dove riveste un ruolo principale, uva tardiva che conferisce nerbo al vino per la sua spiccata acidità. Ritroviamo poi l’albarola che dà finezza e il vermentino che determina la struttura e modera l’esuberanza dell’uva bosco.

Il vino mostra la calma fierezza della gente di queste zone abituata a lavorare sodo e a vivere in simbiosi con i ritmi della natura, ora lenti, ora frenetici. Ha un bel ritmo sia nei profumi che all’assaggio, con un portamento del tutto personale. Sa di fiori gialli, camomilla di campo, poi buccia di pompelmo, di salvia, pepe bianco. Esuberante il sorso, non si è piegato al tempo, mostra vivacità e grande energia, sa mantenere alta l’attenzione e si allunga sui toni salini. Proprio un bel bianco che avrà ancora tanto da dire negli anni a venire.

Cinque Terre Magiöa 2007 Buranco