È da un po’ di tempo che faccio un gioco, lo chiamo così perché mi piace considerarlo un passatempo divertente, ma forse non è il nome giusto.
Non ha importanza.
In pratica, al mattino appena sveglia e lucida, saluto dentro di me la giornata che sta iniziando e dico, ad esempio: “Buongiorno mercoledì 24 agosto, vediamo cosa porterai di buono. Sei tutto nuovo, unico e irripetibile”
Da quel momento in poi, cerco di vivere le ventiquattr’ore senza la zavorra del passato, i soliti schemi mentali, i pregiudizi preconfezionati.
Riparto da zero nel rapportarmi con chi “rompe”, me compresa, scelgo un locale nuovo dove pranzare, un tragitto differente per andare al lavoro.
Se riaffiorano vecchie paure, ne prendo le distanze perché so che il giorno in corso è diverso da tutti gli altri già vissuti, ed è tutto da scoprire.
A volte ci riesco, a volte no, l’abitudine è dura da rimuovere (come certe etichette dai vasetti di vetro) ma il piacere di provarci e il senso di libertà quando ci riesco, sono comunque uno stimolo a non smettere di giocare.
1 comment
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ambra
grazie, vediamo di farlo diventare un gioco di squadra