Gli annali parlano del 1991 a Bordeaux come di un millesimo disastroso, dal gelo devastante fino alle piogge di settembre. Assieme al 1992, fa parte di quelle accoppiate terribili che nessuno vi consiglierà di acquistare o di bere. Eppure sono a raccontarvi di un vino straordinario, in totale controtendenza rispetto alla critica internazionale.
Si tratta sicuramente di un Ducru snello e sottile, senza una grande struttura. Terra, humus e tartufo rimandano al lato più vegetale del cabernet sauvignon. Se vogliamo si può anche riconoscere un sottofondo di ossidazione, ma paradossalmente questo lato di fragilità lo rende più umano e accessibile. Non è morto e non ha detto ancora l’ultima parola.
Se lo trovate, compratelo, non dovrebbe costare una fortuna, e vi godrete un vino che ricorda i fasti dei vecchi Bordeaux, quelli di prima dell’avvento della tecnologia.
Saint-Julien 1991 Château Ducru-Beaucaillou
(92/100)