C’è un universo dentro di noi, misterioso e fantastico. Quasi sempre gli voltiamo le spalle, ci spaventa tutto lo sconosciuto che vi alberga. Ma, volenti o nolenti, ogni tanto una sbirciatina dobbiamo darla.
In quel caso ci spingiamo in profondità il meno possibile, solo quel poco necessario a risolvere il problema del momento. Nulla di più. È in quel tipo di occasioni che il cannocchiale per vedere dentro è indispensabile.
Senza averlo chiesto qualche tempo fa me n’è stato donato uno (chissà, forse il donatore sapeva che mi sarebbe servito?). Io allora l’ho preso, ho imparato ad usarlo, e poi l’ho lasciato sempre montato e pronto all’uso.
Vi chiederete cos’ha di diverso da quello che va puntati verso il cielo: proprio nulla. Anche questo va puntato verso il cielo. È il cielo che è diverso.
Foto di Barbara Perlini