Il cibo angelico di Mariella Fabbris

Mariella e Michela

Anno 2013. Sono ospite di Alberto, Veronica e Silvia Ruggeri, nel loro Agriturismo Prime Gemme a Nervesa della Battaglia, per bearmi e nutrirmi di Cibo angelico, un racconto itinerante che Mariella Fabbris, attrice piemontese, porta nelle cucine ospitali di ogni paese, in ogni parte del mondo. M’innamoro. Accade, davanti alle braccia alate di Mariella. Non sarò la prima né l’ultima a vivere il colpo di fulmine.

Tra un volo a New York e uno a Melbourne, riesco a farla atterrare in Veneto per una serata dove gli imprevisti diventano protagonisti. Indimenticabile 30 giugno 2017. Grazie a una delicata e resistente sintonia tutta al femminile, il teatro che avrebbe dovuto aprirsi tra la mura di una cantina, ha luogo nella cucina di casa mia.

Se credessi nella fortuna, direi che sono fortunata. La verità vive nella semplicità e di semplicità si nutre. Certe esperienze bisogna viverle, per assaporarle. Hanno il sapore buono del cuore sincero e delle mani che impastano al ritmo del respiro. L’esistenza mi ama e mi offre imprevisti che si rivelano doni preziosi. Il cibo angelico mette le ali a chi ha voglia di volare.

Il Cibo angelico, tratto dal racconto “Il Beato Angelico” di Antonio Tabucchi, presentato dall’autrice:

“Di cucina in cucina racconto della notte in cui la nonna si chiuse nella sua cucina, insieme a quegli strani volatili che lei diceva di vedere, e in buona compagnia, per loro inventò, creò gli gnocchi: “si dice gli gnocchi, o i gnocchi?”

… quegli strani “esserucoli, creature, pellegrini, migranti” quel giorno cadranno dal cielo, nel mio orto, all’ora del vespro o all’angelus, non ricordo… e confusa non sapevo chi salvare, se i miei pomodorini schiacciati, o il basilico… Le mie verdure o loro?

Chi con una coda verdolina, una strana palla come la lattuga appena cresciuta, uno magro ma proprio magro con l’aria affamata, o quello bellissimo con ali d libellulone… somigliava a chi? Tutti con piume meravigliose: ocra, gialle, turchine e di un verde… smeraldo! Come quelle del martin pescatore!
Attraverso le parole del racconto e i gesti che compio per preparare gli gnocchi: pelare le patate, unirle alla farina… i volatili ascoltano e guardano ciò che accade.

Unione degli elementi. Terra, acqua, sorrisi e… cielo.

Le Parole di nonna mescolate alle Parole dello scrittore Antonio Tabucchi sono, in sostanza, il lievito per la cena che una volta finita lascerà quel buon gusto alla vita “… e un po’ di malinconia che danno le cose quando sono finite, e non c’è più niente da fare e il tempo è passato”.

… da tempo avevano imparato a lasciarsi cadere dal cielo, piaceva loro peccare di gola, e ascoltare e camminare per sentire il suono della terra… poi risalivano leggeri nel cielo, per poi ritornare , e ancora tornare per una serata di pace.

In mezzo ai piatti vuoti, resta qualche piuma qua e là, e un Diario di Viaggio, per far scrivere qualcosa ai Volatili, un piccolo ricordo o suggestione… a conferma che siamo esistiti insieme, prima di andare via e augurarci la buonanotte.

E un arrivederci alla prossima cucina!”

 

Foto di Joe Murador