Chissà se verrà

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Per l’ennesima volta, e con voce nuova, mi sento spronata a godere del momento presente. Ad apprezzare il luogo in cui vivo, le cose che facci e  le persone con le quali condivido tutto ciò.

A esortarmi sono i discorsi di una vecchietta (almeno così mi sembra, ma forse lo è meno di quanto appare) seduta accanto a me in corriera.

Una presenza un po’ ingombrante, la sua, e non solo per la corporatura e l’inseparabile carrellino a rotelle che, tenuto al suo fianco, ostruisce l’andirivieni dei passeggeri.

Voce, parole, comportamento, tutto è ingombrante.

Durante il tragitto riversa la sua storia (che parla di una donna nata in centro Italia, vissuta a lungo nella capitale e poi approdata al nord) su chi casualmente le è vicino. Me compresa.

Un po’ sulle mie e un po’ conversando, il viaggio scorre veloce e il suo amaro rimpianto di non aver saputo apprezzare, quando era il momento, la vita romana, mi tocca profondamente.

Non mi aspettavo tanta lucida consapevolezza.

“Non farmici pensare, non farmici pensare… che  sto male se ci penso…” continuava a ripetere.

Io invece ci voglio pensare, e voglio che il mio pensiero mi aiuti a gustare ogni attimo del mio presente senza aspettare quel qualcosa che… chissà se verrà.