L’Abtsberg Spätlese 2001 di Maximin Von Grünhaus

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Mosella. Uno dei più antichi luoghi del vino in Germania, e non solo. Qui c’erano vigneti già ai tempi dei romani, poi fino al 1800 furono i monaci dell’abbazia benedettina di Sanct Maximin a Trier ad occuparsi delle cose più terrene. Ci pensò Napoleone a spodestare gli ecclesiastici di tutti i loro possedimenti, incluso molti vigneti di grande pregio.

La famiglia von Schubert continua la tradizione vinicola dalla fine dell’800, come si evince dalla bellissima etichetta rimasta uguale a se stessa da oltre cento anni.  Dalla vigna dell’Abtsberg, come suggerisce il nome, provenivano i vini destinati alla tavola dell’abate. Si tratta di un vigneto che può essere considerato un grand cru, con suolo di scisto e pendenza fino al 70%.

Al naso si sente l’effetto della botrite, poi arrivano la frutta esotica, il cocco, l’arancio e la pesca. Sembrerebbe quasi boisé per un tocco di vaniglia. Non ha il classico aroma di petrolio, ma piuttosto ricorda la gomma. Molto puro e delicato, ancora ad inizio carriera.

Mosel Riesling Abtsberg Spätlese 2001 Maximin Von Grünhaus
(89/100)

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