Che bellezza i wine doodles di Marisa Finetti

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Tra le cose che mi sono state negate da due anni di pandemia ci sono certe cene che organizzavo con gli amici nella mia taverna. Ciascuno aveva una tovaglietta di carta da macelleria. La mia finiva sempre riempita di appunti e disegni. Mi piace disegnare e scrivere aggettivi mentre bevo e chiacchiero di vino. Se poi nei disegni e nei testi ci fosse una qualche vena logica improntata alla didattica, potrei perfino essere all’altezza di quel librino bellissimo che ha appena pubblicato Marisa Finetti, una bravissima wine writer di Las Vegas (ma giramondo, come tutti gli scrittori americani del vino), una firma di Decanter e di Wine Enthusiast. No, impossibile, a quei livelli non ci arriverei mai. Raramente ho incontrato tanta capacità di sintesi dissimulata da semplicità. La semplicità presuppone un pensiero profondo e complesso. Solo se conosci a fondo un argomento puoi darne una sintesi efficace. Ricordo quando collaboravo con il quotidiano L’Arena, a Verona, e avevo come capo servizio Stefano Lorenzetto, che poi sarebbe diventato vicedirettore del Giornale con Vittorio Feltri. Capitava che mi chiamasse che la pagina era quasi in chiusura e gli serviva un pezzo su una specifica questione. Mi domandava quanto ne sapessi. Se ne sapevo poco, mi chiedeva di scrivere tremila battute, se ne sapevo molto, le battute erano solo mille. “Se un tema non lo conosci, hai bisogno di più spazio, perché devi spiegarlo a te stesso prima di spiegarlo agli altri” mi ha insegnato. Ha perfettamente ragione.

Il libro si intitola Marisa’s Wine Doodles, gli scarabocchi di Marisa. Contiene una serie di tavole dedicate ad alcune denominazioni di origine sparse per il mondo. C’è molta Italia: Franciacorta, Arneis, Moscato d’Asti, Verdicchio, Vermentino, Chiaretto, Amarone, Barbera, Barolo, Carema, Etna, Lambrusco, Nebbiolo, Ruchè, Sangiovese. Ogni tavola è composta da una serie di figurine e dai rispettivi brevissimi testi: il quadro che ne esce è, insieme, divertente, leggero e molto informativo, una specie di miracoloso, giocoso equilibrio. Perché i giochi divertenti si fanno seriamente. Per esempio, prendo la tavola del “mio” Chiaretto bardolinese. Si comincia, in alto a sinistra, con un bicchiere di vino rosa che dice “I’m an Italian dry rosé”. Accanto, c’è la sagoma del lago di Garda, che dice: “I was shaped by glaciers!”, sono stato modellato dai ghiacciai, e c’è un “find me here!” che spiega che il Chiaretto lo trovi lì, sul lago. Accanto, un fumetto che recita: “My name comes from the word ‘chiaro’ (light in color)”, e questo illustra l’origine e il significato del nome. Sotto altre informazioni ancora, compresi i profumi del vino. Facilissimo da comprendere e da apprendere.

Tutto è cominciato, spiega Marisa Finetti nell’introduzione, un giorno che era a tavola con il figlio Christopher, che le disse: “Disegna qualcosa!”. Lei pensò di convertire in disegnini i vari appunti che aveva preso durante i viaggi nei territori del vino. Era il 2017, i wine doodles sono nati così. Io li adoro. Chi volesse il librino che li contiene può acquistarlo nello shop on line di Marisa Finetti. È un bell’oggettino e ci si imparano un sacco di cose sui vini del mondo, senza farsi venire il mal di testa per decifrare quei concetti difficili che ci sono spesso nei testi specialistici (ovvio, questo è in inglese, l’unico ostacolo può essere la lingua, ma le immaginette aiutano comunque anche chi non la parla). I contenuti li ha già elaborati lei per noi. Chi sa le cose, riesce a farne sintesi. Marisa le sa. Un po’ la invidio, perché riesce a disegnarle meglio di me.