Tutto come nel 1971, ristorante Canossa a Reggio

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Cos’è che cercate? Un ristorante dall’arredo minimal, luci soffuse, stoviglie di design, cucina creativa? Niente, cambiate, avete sbagliato posto. Perché qui l’arredo è quello di decenni fa, le stoviglie son quelle bianche robuste, e la cucina, be’, la cucina è altrettanto d’antan, ma io con la cucina d’antan mi ci strafogo, se è ben fatta, e qui è proprio ben fatta. Il “qui” in questione è il ristorante Canossa a Reggio nell’Emilia. Un posto che ci entrate e andate a guardare la data sull’agenda o sullo smartphone per sincerarvi che, sì, siete al giorno d’oggi e non quarant’anni fa, magari in quel 1971 quando i fratelli Calò aprirono il locale. Tutto è fermo a quegli anni. Per fortuna, ché è ferma là anche la solidissima cucina, e dunque vi sedete e arriva subito un piatto con la mortadella a cubetti e il parmigiano reggiano a scaglie, e poi guardate la lista ed ecco i cappelletti in brodo – e se li ordinate vi accorgerete istantaneamente che il brodo è proprio di carne, con gli “occhi” del grasso, evviva! – i tortelli d’erba, i tortelli di zucca, i quadrettini in brodo (l’ultima volta che li ho mangiati probabilmente ero ancora alle scuole elementari), gli ossi buchi (scritti così), la cotoletta alla milanese (impanata) alla parmigiana (col formaggio) o alla bolognese (con prosciutto e fontina), le scaloppine “a piacere” (come nella vacanze al mare di prima del fast food), la punta di vitello al Marsala (ripeto, la punta di vitello al Marsala: e chi la fa più?) e soprattutto – soprattutto! – il carrello dei bolliti con lo zampone, con le zampette di maiale, con la testina, col cotechino, con la lingua, una delizia grassa che si accompagna con la mostarda di frutta, la salsa verde (senz’aglio), la salsa rossa (con l’aglio) e la giardiniera, e per sgrassare via il tutto, un Lambrusco dalla vena sottilmente amabile.
Adorabile.
Ristorante Canossa – via Roma, 37/b – Reggio Emilia – tel. 0522 454196

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