Winesurf e la scelta di indicare il tipo di tappo

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“Da quest’anno chiederemo e riporteremo in guida il tipo di tappo usato per ogni vino degustato”: l’annuncio è stato dato da Winesurf, storico giornale on line guidata da Carlo Macchi, e rappresenta una preziosa discontinuità per le guide vinicole.

Winesurf, oltre che una rivista, è proprio una guida dei vini italiani. Solo che non ha una cadenza annuale, come invece tutte le altre guide italiane. Le valutazioni dei gruppi di assaggio di Winesurf vengono pubblicate nel corso dell’anno, man mano che si effettuano, denominazione per denominazione, un po’ sull’esempio delle riviste estere o delle newsletter periodiche dei maggiori critici internazionali. In più, c’è la questione del peso. Già da tempo, Carlo e i suoi portano con sé, nelle sedi di degustazione, anche una bilancia elettronica e pesano ogni singola bottiglia, perché una storica e meritoria battaglia di Winesurf è quella di spingere il mondo italiano del vino a usare vetri più leggeri, ed è giustissimo, dato che a far buono il vino è il vino in sè, e non il peso della bottiglia, che oltretutto più pesa e più è dispendiosa in termini di energia impiegata per la sua produzione e per il suo trasporto.

Ora, eccoci con l’annuncio di una nuova decisione significativa, quella di domandare ai produttori che sottoporranno i loro vini alla commissione di Winesurf anche l’indicazione del tipo di tappo utilizzato per chiudere la bottiglia. Sulla pagina Facebook di Winesurf mi sono permesso di caldeggiare che venga indicata non solo la tipologia generica di tappo (sughero monopezzo, birondellato, agglomerato, tappo tecnico, tappo a vite ecc.), ma anche l’azienda produttrice del sistema di chiusura, perché è un’informazione utile. Io, per esempio, nei vini chiusi con una certa tipologia di tappi percepisco in punta di lingua un effetto tattile di asciugatura, che mi infastidisce. Mi sono accorto che non siamo in molti a registrare questa specie di “deviazione tattile”, e forse c’è dunque un’origine genetica, o che ne so io: sta di fatto che a me dà fastidio. Il problema è che il tipo di tappo lo scopro solo dopo che ho tolto l’inutile e inquinante capsula di plastica o di alluminio o di chissà che altro messa sopra al collo della bottiglia: quando ormai la capsula l’ho tolta non posso più dare indietro la bottiglia, e così oltre che il vino butto anche i miei soldi. Se Winesurf fornisse queste informazioni di dettaglio, potrei finalmente acquistare i miei vini con maggior cognizione di causa, evitando di sprecare denaro, perché ciascun produttore deve essere libero di usare il tappo che vuole, ma ciascun compratore deve essere altrettanto libero di acquistare i vini con il tipo di chiusura che preferisce: basterebbe essere in grado di sapere che cosa si sta acquistando.

Se questa completezza informativa potesse darla Winesurf, gliene sarei per sempre grato. Mi auguro poi che anche altre guide vengano spinte a fornire informazioni di dettaglio come queste, perché gli aspetti enologici o le pratiche di sostenibilità sono certamente importanti, ma anche sapere com’è conservato il vino lo è, e questa è un’informazione che al compratore serve, eccome. (Anche se resto dell’avviso che basterebbe abolire le capsule, e il mistero del tappo sarebbe svelato di per sé.)