Vinitaly and the City sarà la vera grande festa del vino

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Con tutto il parlare che si è fatto e che si fa a proposito di Vinitaly, rischia di passare inosservato il vero clamoroso dato di quest’anno: il boom di Vinitaly and the City, il fuori salone ufficiale, che ha totalizzato 80mila presenze – ottantamila! -, e vale a dire 20mila in più rispetto al dato, già notevolissimo, del 2018.

La prima edizione, nel 2013, era una cosa piccolina, appena una specie di lounge bar al palazzo della Gran Guardia, in piazza Bra. Eravamo quattro gatti, ma si capiva che poteva funzionare. Due anni dopo, nel 2015, ecco l’apertura alla città, con gli stand in piazza dei Signori, nel centro di Verona, e in pochi ci credevano. Posso dire di essere stato tra quei pochi, perché supportai l’iniziativa nei limiti che mi erano possibili. Poi il fuori salone conquistò nuovi spazi cittadini. In seguito fui tra coloro che spinsero per l’espansione fuori città, e nacquero le “sedi staccate” di Bardolino, di Soave e di Valeggio sul Mincio. Ora siamo arrivati a 80mila visitatori, e secondo me è solo l’inizio, perché il potenziale di sviluppo è enorme.

Anzi, dico di più: mi piacerebbe che col tempo si creassero le condizioni per spostare a Vinitaly and the City tutte quelle iniziative, soprattutto consortili e istituzionali, che sono prevalentemente – come si usa dire – b2c, business to consumer. Insomma, le degustazioni guidate, le lezioni, i laboratori, le masterclass, le presentazioni di libri, le postazioni radiofoniche, le ospitate di attori e cantanti e calciatori e vip o supposti tali: ecco, tutte queste cose le vedrei meglio nel contenitore di Vinitaly and the City che non dentro alla fiera. A quel punto Vinitaly and the City diventerebbe anche il polo d’attrazione dei politici perennemente in cerca di bagni di folla  di selfie acchiappaclic, e il fuori salone a quel punto sarebbe un evento mediatico notevolissimo. Il che farebbe molto bene al vino, che ha bisogno di riconquistare la propria dimensione “popolare”.

Vinitaly and the City è già una vera festa del vino. Potrebbe diventare “la” grande festa del vino italiano. Credo si possa (e si debba) lavorare in questa direzione. Come si suol dire, sarebbe interessante “aprire un tavolo” sull’argomento. Riunendo consorzi, associazioni, enti, istituzioni.

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