Terrers, le bollicine serissime di Recaredo

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Corpinnat è il marchio dei produttori di metodo classico spagnolo di gamma alta che hanno deciso di rinunciare alla denominazione di origine del Cava. Letteralmente, il nome sta a significare che il vino nasce “nel cuore del Penedes“, perché Cor è il cuore e Pinnat evoca l’antico nome di quella storica zona della Catalogna, dalle parti di Barcellona. Questo per dire che ho bevuto un Corpinnat e che mi è piaciuto parecchio.

Il vino in questione è il Terrers, il Brut Nature di Recaredo, millesimo 2018, sboccatura primo febbraio 2022, trentacinque mesi sui lieviti, undici e mezzo di alcol, tagliente come una lama di coltello affilatissima. Ora, è chiaro che non sto scoprendo niente di nuovo: Recaredo è una casa molto nota a chi beva gli spumanti migliori che provengano da quelle parti (e del resto, se non fosse tra le più note non sarebbe in Corpinnat), ed è anche tra i fautori locali della biodinamica. Ciò premesso, il Terrers, oltre all’affilatura di cui sopra, manifesta anche un’assoluta adesione ai canoni della spumantistica dell’area, con quella vena pronunciata di coccola di cipresso (e di resina) che ti fa subito pensare al metodo classico spagnolo, inconfondibilmente. Fatto per il sessantacinque per cento con la varietà xarel·lo, cui si aggiungono macabeo e parellada in quantità pressoché uguali, ha una bollicina tesissima, minuta e austera e un sale che accompagna il sorso agilissimo in continuità, arricchendosi via via di accenni fumé. Un vino molto serio, che ho pagato, on line, intorno ai 24 euro.

Corpinnat Terrers Brut Nature 2018 Recaredo
(93/100)

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