Mercato Fivi, i 3 vini scelti da Francesco De Franco

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Una tripletta di consigli in vista della prossima edizione del Mercato dei Vini della Federazione italiana dei Vignaioli indipendenti l’ho chiesta anche a Francesco De Franco, che fa grandi cose a Cirò Marina, in Calabria. Adoro i suoi vini, i vini di ‘A Vita. Così ero anche curioso di sapere alcune delle sue bottiglie preferite.
A dire il vero, la curiosità non me la sono cavata del tutto, perché non di bottiglie mi ha parlato, ma di vignaioli. Però il motivo delle sue “non scelte” ci sta: prima del vino, mi pare che intenda, c’è la persona, ed io che ho una visione umanistica del terroir, dove la persona viene prima di qualunque altro fattore, be’, sono quasi contento delle sue mancate indicazioni. Però almeno tre nomi di colleghi, e solo tre, glieli ho chiesti comunque, e capisco che avrebbe voluto fare un elenco molto più ampio di tre.
“Compito arduo quello che chiedi – mi ha detto Francesco -, solo tre nomi su centinaia di aziende è chiedere di fare un torto a molti vignaioli che stimo e conosco. In ogni caso ti do delle indicazioni, sicuro che saprai spiegare il rispetto per le persone e per il lavoro dei non citati. Non ti indico vini ma persone, vignaioli consapevoli del lavoro che svolgono, che hanno pieno rispetto della terra, con una visione agricola dell’agire, portatori di socialità e cultura”. Ecco, credo che la spiegazione l’abbia data lui, e non ci sia bisogno di aggiungere altro.
Eccoli qui i tre nomi.
Bruno de Conciliis di Viticoltori de Conciliis
Enrico Togni di Togni Rebaioli
Lorenzo Mocchiutti di Vignai di Duline
“Potrei aggiungere – dice Francesco – Emanuele e Isabella di Arpepe, Patrick Uccelli, Gaetano di Morella, tutti quelli di Cirò”. Mi tocca fermarlo, altrimenti mi fa tutto l’elenco dei vignaioli che conosce, e ne conosce tanti.

Ora, come di consueto, è il mio momento per indicare un vino di Francesco, e la mia scelta è facilissima, perché il suo Cirò per me è uno dei più grandi rossi d’Italia, uno dei dieci che sceglierei per far capire a un forestiero quale sia il fermento che anima il mondo del vino italiano.
A’ Vita, Cirò Classico Rosso Superiore ‘A Vita
Ecco, qualcosa l’ho già detto qua sopra, e mi sono indubbiamente sbilanciato. Dico poi che questo rosso calabrese riesce a trasmettere una straordinaria idea di territorialità, con quella sua indole a tratti marina, a tratti terragna. a tratti assolata, a tratti ventosa. Un vino che sa essere sottile eppure anche straordinariamente caratteriale.

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