Mea culpa, ho un debole per patate fritte e Champagne

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Oggi è Pasquetta. Di solito la si trascorreva fuori casa, a fare le scampagnate. Qualcuno, qui sul “mio” lago di Garda, si avventurava perfino nel primo bagno di stagione, e comunque se non lo facevano gli autoctoni, a tuffarsi ci pensavano i turisti stranieri. Però quest’anno no, stavolta è tutto diverso. I forestieri non ci sono e noi stiamo a casa. O sul balcone, per chi ce l’ha. O in giardino, per chi è più fortunato. Comunque, mi raccomando, non si va in giro.

Così ognuno passa il lunedì di Pasqua come può, cercando un po’ di relax come antidoto alla tensione di questi periodi. Per me, per esempio, uno sfizio tra i più goduriosi è quello di mettere insieme Champagne e patate fritte, anche banalmente quelle in busta che si comprano al supermercato. Lo so, qualcuno può storcere il naso, sia per l’abbinata, sia per il fatto che si continua a dire che bisogna bere italiano. Per il secondo aspetto, recito il mea culpa, ma confesso che non resisto proprio alla seduzione dello Champagne. Per il primo, invece, quello dell’accostamento fra chips e bollicine, mi faccio forte, ora, dell’accreditamento da una delle marche più note del mondo champagnista, Moët & Chandon.

Marie-Christine Osselin, responsabile della comunicazione della celebre marca francese, ha spiegato infatti che i bevitori di bollicine non devono mica prendersela contro quello che vien detto junk food – termine dispregiativo che, dico io, non sopporto per certi cibi in busta che trovo invece talora insostituibili antistress – e ha insistito nello spiegare che il sale e la croccantezza delle patatine possono essere il miglior complemento con l’acidità tagliente delle bollicine dello Champagne. La cosa l’ho letta su The Drink Business, in un pezzo firmato da Natalie Wang. Ha anche aggiunto che meno lo Champagne è dosato e più l’accostamento è gratificante. Quel che penso da sempre. Magari ci proverò anche oggi, a Pasquetta. Del resto, è il lunedì dell’Angelo, e uno sfizio me lo devo pur permettere, per il mio onomastico. E se proprio non vi va di bere Champagne, be’, con le patatine metteteci insieme una bolla italiana. L’importante è brindare per augurarsi che le cose volgano al meglio, e tenersi su di morale.