Les Terrages, tenetelo in cantina più che potete

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Clotilde Legrand possiede sedici ettari di cabernet franc e una piccola vigna di chenin. Si può dunque dire che la sua cantina sia votata quasi esclusivamente ai vini rossi. E che i rossi di questa contrada siano particolarmente adatti all’invecchiamento me lo ha dimostrato un Saumur-Champigny vinificato dal padre negli anni ’60, una delizia.

Le cuvée sono essenzialmente parcellari, per riflettere al meglio le sfumature dei vari appezzamenti. Le vinificazioni sono tradizionali e non vengono aggiunti solfiti.

L’aspetto che più mi ha intrigato in questo suo Saumur-Champigny Les Terrages del 2011 è stata la freschezza. Non mi dava assolutamente l’idea di avere aperto un vino di più di dieci anni. L’altra cosa che mi ha colpito e in parte spiazzato è il connubio tra una certa classicità bordolese, che a tratti sembrava prevalente, e il carattere più tipicamente attribuibile a un vino della Loire. Quest’ultimo mi riporta alla spezie, mentre l’austerità mi conduce nella Rive Droite bordolese. A dirimere la questione è il fatto che ci troviamo di fronte a un vino dotato di una dinamica gustativa guizzante e che ci conduce subito nel suo terroir. C’è un certo calore dovuto probabilmente alla ottima maturità delle uve, cui si deve anche un tannino di straordinaria qualità, che trascende quasi la classe di un vino dal costo abbastanza modesto. Finale che accanto a tanta freschezza è anche in grado di regalare toni marini di grande classe. Insomma un vino da consigliare a quanti pensano ancora che il cabernet franc sappia di peperone. Tenetelo in cantina, se si tratta di un millesimo recente, il più possibile. Vedrete che saprà sorprendervi.

Saumur-Champigny Les Terrages 2011 Clotilde Legrand
(91/100)

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