La prosecchizzazione della spumantistica globale ha generato conseguenze le più disparate in giro per il mondo. Da un lato, ci si è messi ovunque a inseguire la locomotiva nordestina, che bruciava record su record nelle vendite, prima degli attuali rallentamenti. Dall’altro, chi possedeva tradizione e conoscenze ha alzato l’asticella, sia della qualità, sia – ahinoi – del prezzo.
In Italia, ci si è messi a fare bollicine ovunque, con risultati su cui molte volte è caritatevole stendere un pietosissimo velo, trattandosi di vini prodotti con uve inadatte o immature e con conoscenze quanto meno precarie. Anche dai territori storici del metodo classico italiano, oggetto di un inaspettato successo trainato dalla portaerei del Prosecco, ho visto uscire bottiglie di poco costrutto, sdolcinate e vuotarelle, al limite del proponibile. Però, nel contempo, è anche nato un numero crescente di cuvée di assoluto livello.
In Francia, lo Champagne ha innalzato i listini e oggi certe bottiglie sono difficili da acquistare. Insomma, mi pare che in alcuni casi sia in atto una speculazione che rende complicato l’acquisto per chi non dispone di redditi agiati. Contemporaneamente, i Crémant sono migliorati di anno in anno, e adesso ce ne sono di decisamente buoni, che spuntano prezzi assai concorrenziali.
Uno dei Crémant che più mi sono piaciuti negli ultimi mesi, e che ho ripetutamente acquistato, è quello bordolese di Louis Vallon. Premiato con le tre stelle e il coup de coeur dalla guida Hachette, si trova on line intorno ai 13 euro a bottiglia, prezzo che scende poco sopra i 9 euro se si acquista la cassa da sei. Questo lo rende ancora più appetibile. Anzi, direi che in termini di relazione fra il prezzo sborsato e la qualità percepita, è tra le bolle migliori che ci siano in circolazione.
Tratto da uve di sémillon, di merlot, e di cabernet franc (le rosse sono vinificate in bianco), ha un’indole estremamente floreale, una traccia costante di pesca bianca matura e una carezzevole delicatezza del sorso, con il sale e la freschezza che rendono allegro, gioviale e disimpegnato il sorso, senza peraltro mai cadere nel troppo facile o nel didascalico. Esce dopo dodici mesi ed è un aperitivo decisamente accatticante. Come dicono loro, chapeau.
Crémant de Bordeaux L’Instant Brut Louis Vallon
(90/100)