La bellezza è un vino rosso della Ribera del Duero

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Nel mio immaginario vinicolo, uno dei territori che maggiormente mi si associano all’idea di eleganza dei vini è quello spagnolo della Ribera del Duero. Che cosa sia precisamente l’eleganza non lo so dire, come non so esprimere a parole che cosa siano l’amore o la bellezza oppure, nel vino, la stessa finezza. Sono concetti innati, naturali, che sortiscono più dall’animo che dalla mente, e il concetto di eleganza spesso mi si associa, appunto, ai vini di quella terra.

Di recente ho bevuto un Ribera del Duero elegantissimo. Uno di quei vini che te ne basta un bicchiere, e lo sorseggi con calma, e i il mondo e i suoi mille problemi, là fuori, non esistono più, almeno per il tempo di quel calice. È la Reserva 2019 del Dominio del Águila Reserva, che trae linfa dalle vecchie vigne di tempranillo e anche, in piccolissima parte, di garnacha, bobal e albillo (bianco, quest’ultimo, e qui si aprirebbe nuovamente il tema che ho già sollevato altre volte sull’utilità di tornare agli uvaggi storici laddove in origine si prevedessero uve rosse e bianche insieme), coltivate sulle colline La Aguilera, paesino della provincia di Burgos.

Di un grande vino rosso la prima cosa che mi lascia incantato è il tannino, quando sia insieme solido e delicatissimo, e dunque miracolosamente equilibrato. Il primo incanto che mi ha offerto questo vino è stato, appunto, quello del suo tennino, che avvolge il frutto e lo rende ancora più saporito. Ecco, quest’è un vino saporito. Il frutto, a suo volta, lascia aperta la strada alle note officinali e rinfrescanti del timo e dell’origano. Sul fondo, un ricordo di grafite. Splendido.

L’unica nota dolente è che la bellezza è rara, e quel che è raro è costoso. Il prezzo non è inarrivabile, ma settantacinque euro sono comunque una cifra non da tutte le tasche. Peraltro, in questo caso sono meritatissime.

Ribera del Duero Reserva Dominio del Águila 2019 Dominio del Águila 
(98/100)

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