Collineri e sei nel territorio della durella

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La Cantina di Montecchia venne incorporata nella Cantina di Soave nel 2008. Da qualche po’, il nome della storica cooperativa di Montecchia di Crosara, paese collinare dell’Est Veronese, è riapparso in piena evidenza su alcune bottiglie prodotte dal gigante soavese, uno dei maggiori attori del sistema vitivinicolo veneto e nazionale, che pure compare citato come Cadis 1898, secondo quando dice un bollo riportato in etichetta. Le bottiglie di cui parlo sono quelle del Lessini Durello, la piccola denominazione a cavallo tra Veronese e Vicentino che sta avendo un buon successo.

È una delle iniziative di rebranding avviate da Wolfgang Raifer, direttore generale della Cantina di Soave dall’inizio del 2020, che mira a porre l’accento sulle cantine acquisite, e dunque sulle loro realtà locali diffuse sul territorio scaligero, e di conseguenza anche a focalizzare l’attenzione sui territori stessi. I Lessini Durello a marchio Cantina di Montecchia sono due: la versione metodo Martinotti 733 e la versione metodo classico Riserva Collineri. Ho assaggiato il Collineri 2017 sboccato il 10 maggio 2022 (saggiamente, la data di sboccatura è indicata in retroetichetta), trentasei mesi di sosta sui lieviti, cento per cento durella. Bel bicchiere, con un frutto giallo maturo che emerge rotondo, una bolla cremosa, una traccia assai rinfrescante di erba limoncella e di melissa sul fondo e quella vena sapida e graffiante che è tipica della durella e dei suoli vulcanici della zona. Ripeto, bel bicchiere. Da aperitivo e poi per la cena.

Lessini Durello Brut Riserva Cantina Montecchìa di Crosara Millesimato 2017 Cadis
(87/100)

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