Australia vs Europa, una sorprendente degustazione

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Per qualche anno ho parcheggiato un cartone di vino acquistato dal produttore australiano Wirra Wirra. Scendendo in cantina vedevo il cartone e mi chiedevo ogni volta cosa avrei potuto farne.

Pensando ai vari pregiudizi che gravano sui vini del nuovo mondo, ho deciso di mettere a confronto vini australiani con equivalenti bottiglie italiane e francesi, allo scopo di capire se esiste uno stile diverso rispetto agli equivalenti europei. Chiaramente è un esercizio tutt’altro che scientifico, e vale solo nel ristrettissimo ambìto preso in considerazione. Un esame più approfondito avrebbe bisogno di ben altri numeri, ma già da questa piccola degustazione si possono trarre alcune divertenti conclusioni. Iniziamo con una descrizione dei vini selezionati (tutti gli australiani sono di Wirra Wirra).

Wirra Wirra – McLaren Vale Original Blend 2014
Grenache 70 per cento e shiraz. Colore abbastanza chiaro. Naso di fruttino semplice ma piacevole. Nel bicchiere la frutta si fa più limpida, con note di fragola, rosmarino, anguria. Palato abbastanza ricco e alcolico, non una grande lunghezza, ma una buona introduzione ai vini di questa cantina australiana. (84/100)

Wirra Wirra – McLaren Vale Shiraz Catapult 2014
Shiraz più viognier. Naso speziato, viola, albicocca, spezie dolci, un insieme raffinato. Profondo e minerale, si sente la pietra calda, poi pepe e un legno appena accennato, in sottofondo. Ottima persistenza, abbina potenza alcolica e dolcezza del frutto, acidità e sapidità. (91/100)

Wirra Wirra – McLaren Vale Shiraz Woodhence 2013
Un colore più denso, legno ben dosato che si fa legermente più evidente. Mirtillo, menta, frutta scura, ancora una nota minerale e il cioccolato che rimanda a grandi maturità. Ricchezza che si ritrova al palato, tannini abbondanti, ritorna la menta assieme all’eucalipto. Finale lungo e vanigliato. (88/100)

Domaine de Trapadis – Rasteau 2010
Mourvèdre, grenache, syrah. Una syrah vinificata senza legno, proveniente dal sud delle Côtes du Rhône. Frutta più semplice, confettura, terra umida. Tannino che si impossessa del palato fin dall’inizio, pur non essendo il vino più complesso della serie, ha buona lunghezza. Odori di cortile e di arancio nel finale. (86/100)

Jean-Michel Gerin – Côte-Rôtie Champin le Seigneur 1999
Naso pungente, fumé, lardo, viola e caffè. Un naso dalle sensazioni quasi violente, il legno (abbondante) di partenza se ne è quasi andato, ma non del tutto. Pepe bianco, goudron, vino che ha raggiunto l’apice della sua evoluzione. Finale di lavanda, cacao e tanti fiori freschi. (92/100)

Wirra Wirra – McLaren Vale Church Block 2013
Cabernet sauvignon, shiraz, merlot. Bel colore, frutta rossa, arancio, al palato la frutta si fa più scura. Vino vibrante e con molta acidità, l’alcol sorregge il frutto, che pare “freddo”, sicuramente a causa della presenza prevalente di cabernet sauvignon. Tannino maturo, finale di cuoio e resina di pino. (87/100)

Wirra Wirra – M Laren Vale RSW Shiraz 2013
Colore più denso, naso dotato di maggiore profondità, molto maturo. Spezie come la cannella, menta, arancia grattata. Un vino educato e in perfetto stile bordolese, grafite, minerale, mirtillo. Ha una ottima profondità e termina speziato. Concentrazione senza esibizione di muscoli. (90/100)

Wirra Wirra – McLaren Valley Dead Ringer Cabernet Sauvignon 2013
Aspetto brillante, liquirizia, eucalipto, grafite, ancora un vino che abbina terroir a un aspetto più varietale del cabernet. Sa restare al suo posto senza essere dimostrativo, cuoio, minerale, cassis. Un ponte tra Bordeaux e l’Australia. Grande stile. (92/100)

Loredan Gasparini – Venegazzù Rosso della Casa 2006
Un rosso elegante e fine, senza però l’intensità e la profondità dei migliori. Cuoio, goudron, peperone, anche mare, poi tanta cenere, tanto da renderlo monocorde. Palato tannico e lungo. (84/100)

Château de Lascaux – Languedoc Pic Saint Loup Les Secrets Bois de Tourtourel 2009
Syrah, grenache, mourvèdre. Complesso e ricco di aromi. Minerale e poi caldo, si sente la presenza della grenache. Caldo e fine, ha tanto frutto, forse qualche eccesso alcolico. Piace per la libertà espressiva, a scapito della precisione stilistica. L’annata calda ha la sua influenza, finale caldo e alcolico, poi c’è la garrigue. Mi piacerebbe sentirlo in un millesimo più delicato. (90/100)

Piccola (grande) nota finale: tutti i vini australiani hanno la chiusura a vite (meditate gente, meditate). Se qualcuno poteva pensare ad una prestazione modesta dei vini di Wirra Wirra, si è dovuto subito ricredere. Anche lì, e non solo lì, sanno fare grandi vini, e il terroir emerge quando si lavora con impegno. È chiaro che lo stile è più maturo e ricco rispetto agli omologhi europei, ma questo è parte del terroir, sarebbe sbagliato pretendere il contrario. Sia la syrah che il cabernet sauvignon hanno dimostrato di poter dare grandi risultati, il fatto che non ci fossero tappi in sughero influisce positivamente nel mantenere intatte le sensazioni di frutto e freschezza.