Incominciano ad arrivare i conteggi dei danni della terribile gelata d’aprile che ha colpito le vigne il Italia, in Francia, in Germania. Con maggiori dettagli dalle cronache francesi, a dire il vero, rispetto a quelle italiane, e magari già questo una riflessione la induce. Non fosse altro sul fatto che da quelle parti sono più abituati a fare i conti con calamità del genere.
Leggo su La Revue du Vin de France che “secondo le prime stime, più del 70% dei vigneti di Saint-Émilion e dei suoi satelliti, di Lalande de Pomerol e di Castillon sono stati colpiti” nella prima notte di gelata. “I premier cru classé come Angélus e Cheval Blanc sono stati duramente toccati”.
Già nel tardo pomeriggio del giorno successivo alla gelata il Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux aveva annunciato che si è trattato di “un episodio di gelo severo” e che “tutte le zone sono state toccate”, con tassi di vigne colpite che vanno dal 20% fino al 90-100%.