Grandes Maisons e Grands Crus, i bianchi

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Grandes Maisons & Grands Crus è una degustazione che si svolge durante la settimana dei Grands Jours de Bourgogne, ed è organizzata dall’associazione delle grandi case produttrici. Si tratta sia di négociant che di produttori con vigneti propri, e sono le cantine che “fanno i numeri”, quelle che realmente sono sul mercato e rendono i vini di Borgogna disponibili dal supermercato ai grandi ristoranti stellati di mezzo mondo.

I vini, tutti della vendemmia 2008, sono stati assaggiati nelle cantine del più importante monumento vinicolo di Borgogna, il Clos de Vougeot. Un pezzo di storia insomma.

Una degustazione di soli Grands Crus con alti e bassi, ancora una volta il fatto di essere un Grand Cru non significa automaticamente garanzia di un grande vino. Come sempre l’importante è assaggiare e farsi la propria idea.

Mi soffermo sui vini bianchi, che descrivo nell’ordine di degustazione. Tratterò in un altro intervento i rossi.

Simonnet-Febvre – Chablis Les Clos 2008. Mi sembra che abbia già passato di un bel po’ il suo apogeo. (75/100)

Luis Jadot – Chablis Les Clos 2008. Naso molto minerale e speziato, evoluzione positiva. Sembra che la dose massiccia di solfiti non aiuti lo sviluppo del vino al palato, dove il liquido non riesce a distendersi come dovrebbe. Da bere ora. (84/100)

Louis Drouhin – Chablis Les Clos 2008. Complesso ed evoluto. Nota minerale e di radici, accanto a pepe ed erbe. Sapido, lungo, buono sviluppo anche se ancora una volta l’impressione è di un eccesso di solfiti. (87/100)

William Fèvre – Chablis Les Clos 2008. Uno stile molto diverso da quello attuale, molto più fine e preciso. Ancora un vino a fine carriera, buono ma non all’altezza delle attese. Morbido e poco reattivo e leggermente amaro nel finale. (83/100)

Jean-Marc Brocard – Chablis Les Preuses 2008. Naso di polvere da sparo. Vino grasso, evoluto ma più gradevole dei precedenti. Morbido e sapido, un ottimo vino da gastronomia. Miele in finale. (87/100)

Jean-Marc Brocard – Chablis Valmur 2008. Agrumi, fine e speziato, minerale. Un vino che sembra avere ancora molto da dire. Un carattere decisamente chardonnay ma anche un vero terroir. Il palato è dotato di molta classe, finisce iodato e ha una lunghezza straordinaria. (94/100)

Henri de Villamont – Chablis Vaudésir 2008. Purtroppo, bottiglia infelice.

William Fèvre – Chablis Vaudésir 2008. Ancora un vino figlio di un grosso lavorìo di cantina, e con un eccesso di solfiti. È un peccato perché sotto sembra esserci qualcosa di buono. Si sentono delle note di frutta matura e anche iodate. Lato positivo la gradevolezza dell’insieme. Si beve piacevolmente. (86/100)

Louis Moreau – Chablis Vaudésir 2008. Dopo un inizio sofferto a causa della riduzione, si intravede del potenziale. Fine e delicato, sembra non essere ancora all’apice dell’evoluzione. Cristallino. (92/100)

Louis Jadot – Corton Charlemagne 2008. Un esempio di esecuzione eccellente. Sicuramente presente molto legno nuovo, ma la materia è in grado di farcelo dimenticare. Miele, fieno, spezie e la caratteristica nota minerale sassosa del cru. (93/100)

Corton-André – Corton Charlemagne 2008. Al contrario del precedente. Legno che sovrasta il frutto, prevale una dolcezza fuori posto. Non scatta la magia. (85/100)

Louis Latour – Corton Charlemagne 2008. Materia sublimata da un élévage di grande qualità. Fine, ancora note verdi giovanili. Finale immenso. (92/100)

Chanson Père et Fils – Corton Vergennes 2008. Altra bottiglia infelice.

Jacques Parent – Corton 2008. Buona la finezza, clorofilla, miele, nocciola e lieviti. Complesso e perfetto oggi. (91/100)

Jean-Marc Boillot – Bâtard Montrachet 2008. Il vino più profondo della serie, e il migliore. Agrumato, minerale, note di iodio e marine. Anche frutta acidula come la maracuja. Una beva incredibile per complessità e lunghezza. Sfioriamo il massimo. (98/100)

Olivier Leflaive – Bâtard Montrachet 2008. È difficile venire dopo il precedente, ma riesce a non fare una cattiva figura. Sente di più il legno (note di menta). Se il precedente era geniale, questo è “solamente” molto buono. (92/100)

Bouchard Père & Fils – Chevalier Montrachet 2008. Un inizio legnoso, ma poi il vino si trasforma. Palpita una grande mineralità che la barrique ha provato a nascondere senza riuscirci. Sapido, marino, finale di torba. Grande materia. Ma perché tutto ‘sto legno? (96/100)

I rossi, dicevo, li leggerete in un prossimo articolo.