C’è chi pensa che avere la possibilità di fare un lavoro che ti diverte dipenda da uno sfacciato colpo di fortuna, che in quanto tale può capitare a pochi. Nossignori, è una questione di scelte, e di accettazione del rischio che le scelte comportano.
Ci riflettevo mentre ascoltavo Andrea Moser che presentava i suoi temporary wines del 2023, ossia quelli che chiama vini temporanei perché li fa, più o meno, una volta nella vita, firmandoli col nome della sua giovanissima società di consulenza enologica, la AMProject. Che si diverta a produrli mi pare fuori da ogni possibile discussione; lo si vede dagli occhi vispi, nel mentre ne parla. Però a lui non gliel’ha ordinato il dottore di mettersi in una scorribanda imprenditoriale del genere; poteva starsene a fare il lavoro di prima, l’enologo di qualche grossa realtà vinicola, privata o cooperativa che fosse, e credo che ci avrebbe guadagnato bene, ma se ti cova in petto il virus dell’avventura, mica puoi startene accucciato buono buono in una qualunque comfort zone, e devi anzi, per forza, provare strade nuove, inventare, seguire l’istinto, tuttavia scientemente, come fa Andrea, che quando serve è ragionatore perfino pignolo, alla ricerca, per le proprie intuizioni, di una conferma nei numeri, nelle analisi, nei dati, tant’è che quando affronta la materia enologica, l’occhietto, che prima era sognante, si fa puntuto come uno spillo, e scrutatore. Insomma, quest’uomo del vino mi dà l’idea di un giocherellone con la calcolatrice in mano, e insomma di un idealista con i piedi per terra, in cammino lungo la linea di confine esilissima che separa, o meglio, che congiunge la razionalità e la creatività, condizione che ascrivo alla genialità.
I temporary wines dell’annata 2023 sono un Pinot Nero e un Pinot Bianco le cui uve vengono dal medesimo vigneto, con le file di vitigni piantate una dove finisce l’altra. La vigna, esposta a pieno est, è in Alto Adige, a cinquecento metri di altitudine, nella località di Mazzon di Caldaro, che non va confusa con Mazzon di Egna, che pure sta in Südtirol ed è famosa proprio per il pinot nero. Le terre di Caldaro, Andrea le conosce bene, stante che per un bel po’ di tempo ci ha lavorato come enologo della cooperativa. Questa pezza di terra dalla quale ha tirato fuori il suo bianco e il suo rosso gliel’ha data in gestione triennale un’azienda altoatesina specializzata nella biodinamica, e siccome il vigneto è di recente acquisizione, e per tre anni non è codificabile secondo i criteri biodinamici, gli hanno permesso di metterci le mani, e lui non si è fatto pregare. Dice che ci vuol scattare delle istantanee, il che significa che intende produrci dei vini che raffigurino l’annata senza mediazioni, interpretandola in forma libera da qualunque preconcetto, così come detta l’andare dei giorni, osando tutto quanto sia osabile nelle fermentazioni e negli affinamenti. Prendendosi, appunto, dei rischi razionali.
Il Pinot Bianco e il Pinot Nero del 2023 si chiamano rispettivamente Fly e Run. Usciranno fra pochi giorni, ad aprile, ma io ho avuto la fortuna di assaggiarli in anteprima. Il Pinot Bianco Fly è un bambinello che sa molto di pinot bianco altoatesino, e dunque è del tutto compatto, e anche piuttosto salato e fresco; descrivono, questi caratteri, il porfido e l’origine glaciale dei suoli e il freddo della valletta nella quale alligna la vite. Il Pinot Nero Run è secchissimo e pepatissimo; il sorso ha una dinamicità quasi elettrica e il tannino è così saldo e maturo che è capace di sostenere pressoché qualunque impegno gastronomico cui il bevitore intenda sottoporlo.
Chi volesse assaggiarli, il Fly e il Run, sappia che sono già in mescita, prima dell’uscita, al Tapasotto, locale veronese, cittadino, dello chef tristellato Giancarlo Perbellini e di Federico Zonta; di fatto, una specie di ufficio scaligero di Andrea Moser, che quand’è di passaggio in città si installa lì, con la scusa di dover ricaricare la macchina elettrica. In più, nei giorni del Vinitaly, entrambi i vini saranno in mescita nel temporary restaurant aperto al piano superiore del Tapasotto. Io li ho assaggiati proprio là.
Vigneti delle Dolomiti Pinot Bianco Fly 2023 AMProject
(93/100)
Vigneti delle Dolomiti Pinot Nero Run 2023 AMProject
(92/100)