Il Soave cristallino dei suoli di calcare

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Ci sono, nella lingua italiana, delle parole bellissime che non si usano quasi mai. Per esempio, io non ho mai avuto occasione di usare l’aggettivo “indefettibile”. Definisce qualche cosa di perfetto, che non può cadere in difetto, che non può venire meno. La natura divina è indefettibile, un’amicizia può essere indefettibile. Lo è anche il Soave Superiore Il Casale di Agostino Vicentini, quando si voglia comprendere il carattere dei vini bianchi soavesi che nascono dalle vigne coltivate sulla parte calcarea, alluvionale, e dunque non vulcanica, del territorio. Perché, sì, il Soave non si può descrivere tutto con quella retorica dei vini vulcanici, che a mio vedere è stata abusata negli ultimi anni, rischiando di ostacolare, nei fatti, la comprensione dell’articolazione caratteriale dei bianchi del luogo. Tant’è che a me piacciono molto alcuni bianchi locali provenienti dai terreni calcarei, e Il Casale, proveniente da Colognola ai Colli, è uno dei miei punti di riferimento irrinunciabili, nell’ambito della matrice non vulcanica.

Ho avuto il piacere di bere di recente Il Casale della vendemmia 2021, annata in commercio. Tutta garganega, e si sente, con quel frutto grasso e rotondo che riempie il palato. Tutto calcare, e si sente, con quella vena acida e salina che porta a distillare il frutto in modo cristallino. Una certezza indefettibile.

Soave Superiore Il Casale 2021 Vicentini Agostino
(92/100)

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