Signature, la grazia cerulea di un Valdobbiadene

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Questo è uno di quei vini che ti fanno prendere delle belle soddisfazioni quando hai a che fare con quegli enofighetti che loro certi vini dicono che non li bevono “per principio”. Il Prosecco, per esempio, c’è chi storce il naso subito e non vuole sentire ragioni. Bene, questo allora è il vino giusto da far loro assaggiare alla cieca, senza che sappiano cos’accidenti hanno nel calice. Non lo indovineranno mai, e alla fine, quando svelerete l’etichetta, resteranno stecchiti.

Questo è un Prosecco di Valdobbiadene. Un metodo classico appena uscito, vendemmia 2017, tiraggio marzo 2018, sboccatura settembre 2022. Il valdobbiadenista esperto coglie la glera in quella nota di mela golden che accompagna, finissima, tutto il sorso. Poi, c’è la brioche, delicata e burrosa. Il resto è mineralità, sissignori, proprio quella cosa lì, la mineralità, a cominciare dalla traccia di canfora che cogli in sottofondo appena ti versi un bicchiere, per proseguire con una salatura minuta ma costante. La bolla, poi, è cremosa, e invita ad indugiare nell’assaggio, a prendertela comoda.

Lo produce Le Vigne di Alice, la cantina creativissima di Cinzia Canzian, che il Prosecco convenzionale non lo fa mai, e figurarsi se poteva darci un Valdobbiadene “regolare”. Nossignori, questo è fuori dagli schemi e propone una prospettiva della glera tutta condotta in eleganza. Una bellissima avvicente, a dire il vero. Così com’è magnifica la grafica dell’etichetta. Pare broccato veneziano, giocata com’è sull’oro e sul ceruleo, con la verniciatura tattile, in rilievo. Cinzia è sempre attenta anche a questi dettagli, perché la bellezza va colta, nella vita. Come dice lei, life is a bubble.

Un eccellente esordio.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Signature 2017 Le Vigne di Alice
(92/100)

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