Perdersi tra gli aromi di un Dauzac 1994

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Non sarà certo figlio di una grande annata questo Dauzac. Però conferma alcune certezze che mi sono fatto nel corso degli anni. Prima di tutto che i Bordeaux vanno bevuti piuttosto agés. Questa bottiglia prodotta in una proprietà che ricade nella zona di Margaux ha già più di vent’anni ma ne dimostra forse quattro o cinque. Poi devo dire che molto spesso le annate modeste, in alcuni casi anzi quelle cattive, sono quelle che più mi intrigano. Forse perché i produttori si impegnano per trarre il meglio da uve non sempre perfette.
Ma anche perché il grado alcolico è più basso e la concentrazione non uccide la finezza del vino. Sì, perché i Bordeaux non sono vini muscolari. Questa deriva è piuttosto recente ed è figlia della vituperata influenza parkeriana. Il clima oceanico non è storicamente garanzia di grandi maturità, ma il terroir e la grande esperienza dei migliori produttori sanno forgiare delle bottiglie dall’eleganza insuperabile. Quella che sfida il tempo.
Dauzac 1994, nonostante il piccolo problema di tappo (ormai è cronico), è godibile e conferma che Margaux è uno tra i territori di maggior classe del Médoc.
Lasciate che mi perda tra gli aromi di fiori, spezie e mirtillo. Con un tappo migliore la valutazione sarebbe stata molto migliore.
Margaux 1994 Château Dauzac
(88/100)

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