Occhio, nel 2016 l’America berrà meno vino

state_wine_240

Attenzione, attenzione: le vendite di vino negli Stati Uniti sono destinate a calare nel 2016. Però, per converso, si venderanno di più i vini di alta qualità. Insomma, male e bene. Lo dice la quindicesima relazione sull’industria vinicola – la State of the Wine Industry Report – redatta dalla Divisione Vino della Silicon Valley Bank.
L’autore del report, Rob McMillan, sostiene che le vendite dei vini sotto gli 8 dollari di prezzo sembrano destinate a calare per una specie di “fattore generazionale”: a sostenerle non saranno più i cosiddetti “baby boomer” , i nati dopo la guerra. Però cresceranno invece con un ritmo fra il 4 e l’8 per cento i collocamenti delle bottiglie prezzate sopra i 10 dollari. Non solo, i “fine wine”, la punta alta della piramide qualitativa, con prezzi al di sopra dei 20 dollari, potrebbero mostrare vendite in crescita fra il 9 e il 13 per cento.
Insomma, McMillan è convinto che mentre la domanda dei premium wine crescerà anche quest’anno, sembra che all’orizzonte si profilino per il mondo del vino delle nuvole che devono essere prese in seria considerazione. È infatti convinto che i consumi americani di vino – complessivi e pro capite – caleranno per la prima volta da più di vent’anni a questa parte. E questo – come si diceva – per l’emergere di una sorta di scarto generazionale nelle attitudini al consumo. Lui questo scarto lo ritiene in accelerazione, e la faccenda potrebbe manifestarsi in tempi ravvicinati. Già nel 2016.
Attenzione attenzione, il mondo sta cambiando. Anzi, è già cambiato, direi. Giusto per ribadire il concetto.