Non è sulla perfezione formale che si gioca la partita

polisy_1995

Gli Champagne della piccola maison André Beaufort derivano da circa sei ettari distribuiti tra Ambonnay, grand cru nella Montagne de Reims, e Polisy, una delle zone più a sud e compresa nella Côte des Bar. Confesso che rimango sempre colpito dai vini che escono dai vigneti più a nord, mentre non riesco ad amare quelli di Polisy. Ma posso sbagliarmi, ed è anche vero che è da un po’ che non ho avuto modo di fare una degustazione completa.

Particolare nota di merito credo vada al millesimato, da annoverare tra gli Champagne di più grande carattere, anche se talvolta i vini di questa casa sono soggetti ad alti e bassi tra una bottiglia e l’altra e anche tra un millesimo e l’altro. Si passa facilmente dal sublime al buono, ed è un rischio che si deve accettare per avere accesso a questo produttore. In questo caso, con il millesimo 1995, ci avviciniamo al sublime, anzi lo raggiungiamo agevolmente.

Se al colore trasmette una certa evoluzione, bevendolo stupisce per la grinta e la freschezza di cui è dotato. Ha una complessità e una cattiveria sentiti poche volte. Un vino eletrizzante, vibrante, reattivo e cangiante, non si ferma un attimo. E poi ha una salinità pungente e quasi invasiva.

Per certi versi è all’opposto di un grande Champagne cristallino e di classe, come potrebbe essere un Krug ad esempio. Non è sulla perfezione formale che gioca la sua partita, ma sul fatto di avere una personalità a parte, al limite della scontrosità. Vorrei averne ancora qualche bottiglia perché non credo abbia raggiunto l’apice della sua carriera, insomma potrebbe riservare sorprese.

Champagne Polisy Brut Millésimé 1995 André Beaufort
(98/100)

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