Il Nizza, una storia esemplare del vino di terroir

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Quella del Nizza è una storia esemplare del vino italiano. Prima c’era la Barbera d’Asti, dopo c’è stata la sottozona Nizza della Barbera d’Asti (nel Superiore), poi, col finire del 2014, la sottozona è diventata una docg autonoma con nome Nizza, in una manciata di comuni attorno al comune di NIzza Monferrato. Il vino si chiama Nizza e basta, Solo Nizza. Non si parla più di barbera, anche se il disciplinare vuole che la barbera sia usata almeno per il 90 per cento, e c’è un’associazione di vignaioli locali che s’è imposta il cento per cento.

Ecco, Nizza e basta, il territorio che prevale sul vitigno, perché il vitigno è solo lo strumento con cui il territorio viene interpretato. Il vitigno è replicabile, la geografia no. Ci sono voluti anni, ma la rivoluzione è riuscita. Ora deve affermarsi, e deve affermare appunto un proprio modo d’essere, una forma interpretativa del connubio barbera-territorio, quel modo d’interpretarlo che i francesi chiamerebbero terroir.

Ho avuto modo di percorrere in una manciata di bottiglie una sorta di rapida galoppata nella storia dell’ultima quindicina d’anni del Nizza e della sua progenitrice Barbera d’Asti Superiore di sottozona. Ecco le mie impressioni. In ordine di annata, dal vino più vecchio al più giovane.

Barbera d’Asti Superiore Nizza Neuvsent 2001 Cascina Garitina
Affumicato, pepato, tannico. Forse sono queste le tracce che il territorio conferisce al vitigno e che il tempo preserva, anche se si comincia ad avvertire il peso dell’età. (78/100)

Barbera d’Asti Superiore Nizza La Vigna dell’Angelo 2005 Cascina La Barbatella
Giù il cappello. L’affumicatura, il pepe, la vena officinale alpestre, una trama tannica avvincente, l’acidità vibrante. Un gran bel vino. Ancora giovanissimo. (92/100)

Barbera d’Asti Superiore Nizza La Vigna dell’Angelo 2007 Cascina La Barbatella
Uh, che differenze che esprime l’annata! La traccia balsamica è in rilievo ben maggiore, l’acidità è vivissima, il frutto succoso e salato, compatto. Con un po’ meno scatto. (88/100)

Barbera d’Asti Superiore Nizza Canto di Luna 2009 Cascina Guido Berta
Si apre pigramente. Prima tracce animalesche, poi incenso e cipria, quindi la noce, il tamarindo, il rabarbaro, i fiori appassiti, la vena affumicata. Poi lo scatto graffiante. (89/100)

Barbera d’Asti Superiore Nizza La Court 2010 Michele Chiarlo
Certo, l’acidità del vitigno si avverte, ed è qui a sostenere il vino, che però sembra stancamente orientato a note evolutive, forse anche per effetto di un tappo infelice. (78/100)

Nizza Neuvsent Margherita 2014 Cascina Garitina
Eccolo il govinetto, e ha fittissimi i frutti e i fiori. Acidità e tannino dicono d’una giovinezza esuberante. Il sorso è teso, nervoso, caratteriale, tipico dell’annata. Tappo a vite. (89/100)

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