I misteri del goloso Getariako Txakolina

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Questa credo che sia una domanda che può mettere in crisi un numero molto alto di sommelier, degustatori e giornalisti del vino: “Mi parla del Getariako Txakolina?“, che già saper pronunciare correttamente il nome Getariako Txakolina è una sfida mica da poco (qualcosa tipo ghetàri-iaco ciacolìna).

Pronuncia corretta o meno, se il sommelier, degustatore eccetera è preparato, vi dirà che quella del Getariako Txakolina è una denominazione dei origine spagnola della comunità autonoma dei Paesi Baschi, e più precisamente dell’area geografica attorno al paesino marinaro di Getaria, affacciato sull’Atlantico, a nord, nella provincia di province Gipuzkoa. Le vigne occupano complessivamente poco più di quattrocento ettari, sono coltivate prevalentemente a tendone e sono collocate soprattutto nella fascia costiera. L’uva principale è l’hondarribi zuri, a bacca bianca. Nella produzione di vini bianchi può essere accompagnata da una piccola quota di hondarribi beltza, una varietà a bacca nera, ovviamente in tal caso vinificata in bianco. Altrettanto ovviamente, la varietà a bacca rossa può essere vinificata anche in rosso o in rosato, ma si tratta di una produzione marginale.

A questo punto, però, viene il difficile, perché voi, che siete cattivelli, consegnerete al sommelier, degustatore eccetera una bottiglia di classicissimo Getariako Txakolina in bianco e gli chiederete di versarne un calice. Giuro, non è facile. Bisogna prendere un bicchiere largo, accostargli il collo della bottiglia e cominciare a versare alzando però nel contempo la bottiglia sempre di più verso l’alto, in modo che il vino scorra a contatto con l’aria prima di cadere nel calice. Perché questa curiosa modalità di servizio? Non lo so. Probabilmente in passato serviva per mettere in sospensione il fondo nelle versioni sui lieviti ed eliminare la riduzioni. Però ho provato e ho visto che in questo modo si ha l’effetti di esaltare il vivace carattere marino del vino, mettendone in turbolenza la leggerissima traccia di anidride carbonica. Insomma, è (ancora) più buono.

Di cosa sa il Getariako Txakolina? Di limone, di agrumi, e poi di sale, il tutto accompagnato da una leggera dolcezza (il disciplinare permette di avere fino a un massimo di nove grammi-litro di zuccheri residui) e da una corroborante vivacità, che conduce verso un finale lievemente ammandorlato. Una specie di Riesling Trocken della Mosella senza la vena di idrocarburi del Riesling tedesco, per capirci. Un vino piacevolissimo, da bere spensieratamente. Un vino tuttavia molto caratteriale, perfetto per la cucina marinaresca, e soprattutto di crudità, ma anche per la tavola vegetariana.

Ne ho stappato di recente una bottiglia che a casa è finita in un attimo. Era quello di Txomin Etxaniz. Pagata 12,60 euro on line. Ne ricomprerò.

Getariako Txakolina 2021 Txomin Etxaniz
(89/100)

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