Il magnifico mistero dei rossi bordolesi del 1949

bouscaut_1949_500

Ho scoperto solo da pochi anni la bellezza dei rossi bordolesi del 1949. Hanno colori vividi e frutto acerbo e un tannino ancora graffiante (chissà come dovevano essere rustici quando vennero imbottigliati). Mai e poi mai gli daresti l’età che hanno. Sono i miracoli del vino.

Ne ho ricevuta recente conferma da una bottiglia di Château Bouscaut, 1er Gran Cru de Graves, come si legge in etichetta, e ne sono entusiasta, e sono grato al destino che me l’ha fatto trovare sul mio cammino di bevitore.

Avere nel calice un vino come questo è una grazia che piove dal cielo sulle tue giornate, è una finestra aperta sui panorami del mistero, è la bellezza che si fa compagna per un tratto della tua vita, e ti conforta e ti rasserena.

Graves 1949 Château Bouscaut
(Nessun voto, per questo vino. Non c’è una scala cui rapportarsi, non c’è un parametro. Si beve, si ammira, bastano poche parole.)

In questo articolo