Les Cocalières e l’anfiteatro di vigne nella garrigue

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Tra i terroir del Domaine d’Aupilhac, magnifica cantina del Languedoc, quello di Les Cocalières rappresenta un caso a parte. Il vigneto è un anfiteatro nel mezzo della garrigue, l’esposizione è a nord e il suolo poggia su dei basalti con un uno strato più superficiale argillo-calcareo. Nel vino bianco che ne proviene entrano quasi tutte le principali varietà sudiste: prevale il rolle (nome locale del vermentino), seguito da roussanne, marsanne grenache blanc e clairette. La fermentazione e l’affinamento avvengono in botti grandi non nuove.

Avrete capito che siamo di fronte a un vino complesso e che riesce a conciliare il carattere mediterraneo delle varietà con un aspetto più vibrante e nordista. E qui gioca il suo ruolo l’abilità di vinificatore di Sylvain Fadat, premiato dalla Revue du Vin de France come viticoltore dell’anno. Le vigne sono in coltivazione biodinamica, ma state tranquilli, i vini sono di una pulizia e perfezione stilistica esemplari.

Torniamo al bianco Les Cocalières, che ci regala tonalità che vanno dagli agrumi alla mandorla, al tiglio, al finocchietto selvatico e fino alla pietra focaia. Inizia austero e secchissimo, poi si sente un pizzico di ossidazioni tipico della roussanne, seguito da bagliori più taglienti dovuti alle altre varietà. Potrà evolvere per almeno cinque-sei anni, ma potrei dire anche di più. Per il suo restare a fianco del cibo senza voler prevalere, direi che si possono immaginare abbinamenti anche azzardati o di grande gastronomia, sicuri che farà sempre un ottimo lavoro. Non aspettatevi un vino solare e alcolico, pensate più a uno Chablis che a un vino del sud. Finale amarognolo che ci riporta alle erbe mediterranee.

Languedoc Blanc Les Cocalières 2018 Domaine d’Aupilhac
(92/100)

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